Cittadina di quattromila abitanti sul monte Montrone, Oppido Lucano si trova a circa 14 chilometri da Acerenza, 35 chilometri da Potenza, e gode lo splendido panorama dei boschi e delle campagne sub appenniniche. Per quanto non sia molto distante dal polo industriale di Melfi, la sua economia vive in prevalenza degli antichi mestieri tradizionali: agricoltura e artigianato. La parte storica dell'abitato, col suo intrico di strette viuzze, si raccoglie verso est, attorno alla Chiesa Madre dei SS. Pietro e Paolo, la cui fondazione risale al secolo XI.
L'espansione urbana della seconda metà del '900 è avvenuta verso ovest e qui, in un lotto messo a disposizione del Comune lungo via Roma, la principale arteria che attraversa l'abitato, s'è deciso di stabilire il nuovo centro parrocchiale, dotato di una chiesa di dimensioni ampie e di tutti quegli ambienti di servizio che nel centro storico non possono trovare posto.
La preparazione e il concorso
La diocesi di Acerenza e la parrocchia dei SS. Pietro e Paolo hanno scelto nel 2017 di aderire alle modalità concorsuali proposte dall'Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, così nel novembre di quell'anno il parroco, Sac. Domenico Santomauro, ha pubblicato l'invito alla manifestazione di interesse. Tra quel momento e il gennaio 2018 si sono svolti incontri formativi e visite ai luoghi di culto storici (la chiesa e il convento di Sant'Antuono del sec. XV, l'antica chiesa rupestre di Sant'Antuono, il santuario di Maria SS. Del Belvedere, e altri) così che la comunità potesse esprimere al meglio i propri desideri.
Sulla base di quest'esperienza è stato redatto il Documento Preliminare alla Progettazione (DPP). Questo tra l'altro richiede che le pareti laterali dell'aula celebrativa “siano di misure uguali, per dire l’armonia dell’universo” e indica che, essendo la prospettiva verso il presbiterio tanto significativa quanto il cammino verso l'uscita, quest'ultima ai fedeli “deve consegnare una, due, tre parole visive in grado di sorreggere la speranza nei luoghi della vita: il bel pastore, la peccatrice perdonata, la moltiplicazione dei pani”. Si mette in rilievo inoltre che bisogna predisporre un'ampia piazza-sagrato che abbia una forte connotazione urbana, così che il complesso parrocchiale diventi il nuovo centro di riferimento per la città.
Le fasi del concorso
Dei gruppi candidati, dodici sono stati ritenuti idonei e nel giugno 2018 sono stati invitati al sopralluogo dell'area destinata a ospitare il nuovo complesso. Undici hanno consegnato gli elaborati secondo le modalità stabilite.
I lavori della Giuria si sono conclusi il 7 novembre 2018, ovvero un anno dopo l'apertura dell'iter concorsuale, con la proclamazione del vincitore: il progetto presentato dal gruppo coordinato da Isolarchitetti Srl di Torino. Sono stati indicati anche il secondo classificato, nel gruppo coordinato dall'Ing Rocco Michele Giacinto di Oppido Lucano, e il terzo classificato, il gruppo coordinato dall'Arch. Giampiero Lilli di Roma.
Il sito
Il terreno su Via Roma, nel quale un tempo sorgeva una scuola ora abbattuta, è effettivamente baricentrico tra la parte antica e quella nuova della città. Vicina si trova la sede della Cineteca Lucana, una delle più importanti collezioni cinematografiche italiane. Si tratta di un luogo aperto, in declivio verso la via principale. Il DPP spiega che questo luogo, con le nuove edificazioni sarà il “collante spirituale e territoriale tra vecchio e nuovo, evidenziando la continuità dell’operato della Chiesa a Oppido”. Oltre a questo lotto, v'è un'altra porzione di terreno di pertinenza, posto oltre la strada che unisce via Roma a via Giovanni di Vittorio, che si trova a una quota più alta.
Il progetto vincitore
Cogliendo le potenzialità del sito, il progetto di Isolarchitetti definisce anzitutto una piazza-sagrato perfettamente circolare. Questa è preceduta, sul lato verso Via Roma, da alcuni alberi di basso fusto: gli ulivi. Ed è abbracciata, per tutto il resto del suo perimetro, da una parete traforata il cui profilo superiore si eleva verso una cuspide che, in posizione centrale, regge in alto la croce e segna la presenza della porta di ingresso alla chiesa.
Essendo tutta traforata, tale parete manifesta l'aprisi della chiesa verso la città; essendo conformata ad ansa essa comunica il desiderio di accogliere e proteggere; elevandosi al centro e digradando verso i lati rende con chiarezza l'importanza della facciata; essendo unica e continua esprime la coerenza e l'organica compattezza dei diversi luoghi che compongono il centro parrocchiale. Questa parete-facciata sussiste nel suo inscindibile rapporto con la piazza-sagrato che abbraccia per circa due terzi e costituisce un'invenzione originale, dotata di grande forza comunicativa: rende assai significativa la presenza della chiesa attraverso un disegno di chiaro stampo contemporaneo ma non privo di richiami alla tradizione, dona un profilo inconfondibile al nuovo centro parrocchiale.
Il campanile, in forma di alta stele, è costituito dall'accostarsi di due stretti setti verticali di disegno identico a quello della parete di facciata.
Tale parete si pone come un organismo a sé stante e precede tutti gli spazi a cui dà adito: è un luogo-soglia che offre, di tutti gli ambienti di cui si compone il complesso parrocchiale, un volto unico per quanto gerarchicamente strutturato in virtù del suo elevarsi sopra la porta dell'aula liturgica.
Oltre alla porta principale, nella facciata continua si aprono altri due passaggi. Uno, a sinistra, dà adito agli uffici parrocchiali, alla sacrestia e da qui alla cappella eucaristica che a sua volta comunica direttamente con l'aula liturgica. Un altro a destra dà accesso a un patio attorniato dai locali per la catechesi; e da questo una scala conduce al grande salone parrocchiale, posto al livello interrato.
Questo varco apre verso il camminamento assiale che conduce verso l'altare, posto su una pedana circolare centrale. Presso la quale altre due più piccole pedane ospitano, a sinistra le sedute del presidente e dei concelebranti, sulla destra l'ambone. L'assemblea è raccolta in cinque settori convergenti verso l'altare. La copertura si eleva progressivamente e raggiunge l'altezza massima in coincidenza con la parete di fondo contro la quale, rivestita in nude scaglie di pietra arenaria che dicono della semplicità e della povertà della Chiesa, si staglia il crocifisso.
La luce invade lo spazio dell'aula da un lato, attraverso un gruppo di lucernari posti sopra lo spazio dell'altare, e dall'altro lato attraverso la controfacciata che è interamente vetrata e parzialmente opacizzata nella parte bassa.
La tarma di forature che animano la facciata, essendo questa rivolta verso mezzogiorno, scherma e modula la luce che attraverso di essa si diffonde nella chiesa lungo tutto l'arco della giornata.
Le statue della Vergine e dei santi Pietro e Paolo sono evidenziate da apposite nicchie ad arco, e così il battistero, che si trova accanto alla controfacciata. L'altare è composto da una spessa lastra di marmo bianco retto da una serie di strati sovrapposti di pietra calcarea: l'ambone ha identica composizione.
La chiesa è sormontata da una copertura elevata in altezza, mentre gli altri ambienti, in omaggio alla vocazione di equilibrio ambientale e di controllo passivo degli ambienti interni, sono coperti da tetti verdi.
Il secondo classificato
Il progetto presentato dal gruppo coordinato dall'Ing. Rocco Michele Giacinto propone un sagrato aperto e sopraelevato di qualche gradino rispetto al piano stradale. Sulla sinistra di questo, un edificio lineare con porticato ospita i servizi parrocchiali e continua ad angolo, abbracciando il volume della chiesa.
Questa si eleva su di una pianta di forma ellittica ma tagliata sul fronte così da offrire più netta l'immagine della facciata, che presenta in basso un'apertura continua in cui cinque porte, l'una accanto all'altra, recano incisa, e visibile sia all'interno sia all'esterno, un'unica, grande immagine: quella del popolo di Dio, persone in piedi, in cammino, un popolo dei fedeli "in uscita".
Il campanile si eleva al di sopra del volume della chiesa, da parte opposta rispetto al luogo dell'ingresso, segnando in alto il luogo dell'altare. La cappella eucaristica trova posto in un altro piccolo volume cilindrico sul lato destro della chiesa.
Il terzo classificato
Anche il progetto elaborato dal gruppo coordinato dall'Arch. Giampiero Lilli ha immaginato un volume in forma di tamburo a pianta ellittica per l'aula liturgica.
Lungo il suo perimetro si aprono spazi con andamento tendenzialmente circolare, dei quali quello maggiore, sulla sinistra dell'aula, ospita il battistero e accanto a questo si trova la cappella mariana. Tra questi due si apre il passaggio che collega all'edificio contenente la cappella feriale e poi di seguito agli altri locali di servizio (aule, uffici, archivio, ecc.) sino al salone parrocchiale.
Per quanto il perimetro esterno della chiesa sia uniformemente elevato in altezza, all'interno la copertura dell'aula si trova a una quota più bassa: ma presenta nella fascia centrale un andamento ricurvo che si alza verso il fronte per attingere luce da due serie di aperture sui lati e da un'apertura maggiore visibile in facciata. Qui, come memoria e reinterpretazione dell'antico rosone, si staglia verso il cielo una grande croce metallica.
Gli altri progetti partecipanti
Il progetto del gruppo coordinato dall'Arch. Martino Bonifacio disegna una chiesa a pianta centrale con la facciata convessa verso il sagrato, che è posto alla quota più elevata del lotto. Per conseguenza il collegamento con la strada principale, che si trova a una quota più bassa, avviene attraverso una scalinata la cui presenza accentua la rilevanza dell'edificio per il culto.
Il progetto del gruppo coordinato da Deamicis Architetti presenta una chiesa animata dalla bipolarità tra fonte battesimale e altare, ed entrambi questi poli liturgici sono abbracciati da un'abside: quella di dimensioni maggiori per l'altare e un'altra di dimensioni minori per il fonte. Così si genera una pianta dell'aula a forma di goccia. La chiesa sta sulla parte alta del lotto e la piazza si articola in un sistema di piani alle quote più basse.
Il progetto del gruppo coordinato dall'Arch. Giovanni Fiamingo si figura una piazza-sagrato definita sul lato ovest da un'alta parete porticata che accompagna l'ingresso alla chiesa secondo una "promenade" di valore paesaggistico. La chiesa è posta in un volume quadrangolare sulla cui copertura si allineano captatori di luce. L'opacità delle pareti enfatizza il rapporto diretto col cielo.
Il progetto del gruppo coordinato dall' Arch. Ettore Emanuele Iori ha elaborato l'idea di una chiesa a base quadrata con l'aula liturgica disposta lungo il diametro e l'ingresso segnato da uno svasamento aperto verso l'esterno per manifestare accoglienza. La copertura si eleva in una calotta anch'essa a base quadrata, ruotata di 45 gradi rispetto all'aula.
Il progetto del gruppo coordinato dall' Arch. Michele Martino immagina la chiesa entro un volume in forma di parallelepipedo ai cui lati si dispongono la cappella feriale e alcune aule. Il salone parrocchiale è collocato in un altro volume che sorge nella porzione di terreno separata da quella ove si eleva la chiesa, la cui facciata è svasata, così da risultare protettiva.
Il progetto del gruppo coordinato dall' Arch. Maria Concetta Parziale propone una chiesa a pianta rettangolare preceduta da un ampio nartece e coperta da una volta ad arco ribassato che rimanda alle antiche basiliche. Altri volumi di simile configurazione e di minori dimensioni ospitano gli altri locali e i servizi parrocchiali. Il campanile campeggia allo spigolo del lotto.
Il progetto del gruppo coordinato dall' Arch. Rocco Salomone ha elaborato una chiesa entro un volume a base quadrata, con l'asse tra ingresso e altare disposto lungo la diagonale. Le pareti sono animate da insiemi di setti verticali che lo ritmano, sia all'esterno, sia all'interno. Il campanile è un volume di simile fattura e di dimensioni imponenti.
Il progetto del gruppo coordinato dall' Arch. Giuseppe Trabace propone una chiesa di tipo basilicale con copertura verde e un solenne sistema di ingresso definito da un'ampia strombatura ai cui lati si dispongono la cappella, la sagrestia e l'ufficio del parroco. Il sagrato si prolunga in una serie di rampe e scalinate per ricollegarsi al livello più basso della strada.
Leonardo Servadio