Si svolgerà dal 16 al 20 ottobre 2012 il viaggio studio “Da Colonia a Rothenfels” che offre la possibilità di fare esperienza dei luoghi legati al movimento liturgico che in Germania ha visto alcuni dei suoi principali protagonisti.
L'architettura non è solo quel che risulta alla fine della costruzione: è tutto il processo ideativo e il minuzioso intreccio di dialoghi che coinvolge, insieme col progettista, anzitutto i committenti, la comunità destinataria dell'edificio e le tante altre figure, professionali e non, che all'opera partecipano. Ed è un'avventura umana profonda, quando la complessità che vi sta alla radice è ben compresa dagli attori di questo processo. Nella sua “presentazione”, Corrado Marcetti evidenzia in particolare l'attenzione che Michelucci pose nel sollecitare una condivisione del suo progettare…
Scompare ogni decorazione, nei progetti di Van der Laan, evidenzia Ferlenga nel saggio introduttivo, ma resta evidente l'aspetto simbolico dei suoi edifici. E questo deriva dalla composizione dei volumi invece che dagli effetti di superficie. Seguendo la lezione di s. Benedetto gli edifici sono intessuti di percorsi precisi e dominati da una geometrica relazione tra i diversi ambienti che costituiscono in tal modo un'armonia generale. La bellezza deriva da questa armonia complessiva che Van der Laan intuisce e cerca di sistematizzare nel concetto di “numero plastico”…
Il passaggio dall'architettura romanica a quella gotica tra XI e XIII secolo in Francia, considerato sullo sfondo delle trasformazioni socio-economiche e tecnologiche. Si esamina la relazione tra costruzione delle chiese, tecnologia del tempo ed economia specifica dei luoghi. Ne emerge un quadro complesso di come la chiesa edificio nel medio evo fosse l'elemento cruciale della vita sociale, nonché la sua espressione più avanzata…
“La ricerca… per quanto possibile, è interessata a offrire una testimonianza organica delle corrispondenze e delle armonie che si realizzano nella prima età della storia della Chiesa fra le forme dell’architettura e le pratiche della liturgia, decidendo un’inevitabile selezione esemplificativa di luoghi, tipi modelli”: così spiega lo stesso Giovanni Liccardo nella Premessa al volume. Questo tratta dell’archeologia del luogo di culto cristiano: dalle sinagoghe dove si riunivano i primi seguaci di Gesù, alle domus ecclesiae in cui si configurano i diversi ambienti preposti ai riti e alla carità, alle prime basiliche di epoca costantiniana e tardoantica…
Come scrive il card. Ennio Antonelli nella Presentazione: “Questo volume nasce nel clima di Torino, ma è sensibile a tutto quanto è avvenuto in Italia e nel contesto europeo; parla di architettura e di economia, di politica e di arte, perché l'architettura è parte viva della cultura…”
La figura di Antoni Gaudí (1852-1926): pensatore, architetto, maestro, e semplicemente essere umano. Che cosa gli dà la forza, il sapere, la convinzione, di concepire un progetto grandioso quale quello della Sagrada Familia? La raccolta di scritti autografi, risalenti all'età giovanile, e delle successive testimonianze e citazioni raccolte dagli allievi, è intesa a permettere al lettore di comprendere qualcosa in più della vasta complessità del suo pensiero. Gli scritti giovanili mettono in luce idee germinali che matureranno poi, da lui vergate non più in parole, ma nelle opere di architettura. Così, quanto raccolto dai suoi collaboratori diviene una traccia che racconta le elaborazioni, le ambizioni, il rigore del grande architetto…
Da quando uscì l’opera di Christian Norberg Schultz sul Genius Loci (in Italia nel ’79), l’indagine e l’attenzione sullo “spirito del luogo” e sulle caratteristiche storiche, morfologiche, culturali, estetiche, affettive del contesto in cui si inseriscono le architetture, si sono radicate – almeno a parole – nella pratica progettuale. Debuyst si propone di indicare una via per definire un genius loci non legato a un sito geografico né a un’epoca storica particolare, bensì all’esserci della chiesa quale ambiente volto ad accogliere la pratica culturale e la vita della comunità cristiana.
Il volume si compone di due scritti. Il primo, “Lo spirito della liturgia” è stato pubblicato nel 1919, il secondo, “I santi segni” nel 1922. Se il movimento liturgico avesse un “manifesto”, sarebbe probabilmente costituito proprio da queste che sono le prime due opere di Guardini. Il loro scopo è di ritrovare l'anima, l'essenza della liturgia, come l'Autore l'aveva sperimentata nella sua educazione presbiterale, in particolare nell'ambito benedettino (la prima edizione di “Lo spirito della liturgia” uscì nella collezione “Ecclesia orans” promossa dall'abate Ildefons Herwegen di Maria Laach) e nel suo impegno per i giovani cattolici, e ripresentarla a un mondo scosso dall'orgoglio della tecnologia e sconvolto dal conflitto….
Il volume descrive l'intenso dialogo avvenuto tra architetti quali Rudolf Schwarz, Dominikus Böhm, Martin Weber, Otto Bartning, Emil Steffann e liturgisti quali Romano Guardini, Aloys Goergen, Johannes van Acken, Heinrich Kahlefeld in Germania. Il periodo preso in considerazione abbraccia la prima metà del '900 ed è trattato nel dettaglio della sua evoluzione storica.