Un Comune relativamente piccolo, poco più di cinquemila abitanti, nella Diocesi di Treviso. Un territorio – non vasto – che si dilunga da nord, presso il fiume Piave, per elevarsi sulla boscosa collina nella frazione dei Santi Angeli e poi scendere verso sud, nella pianura dove si dilata l’abitato. La sua storia recente è incisa nei toponimi: via degli Alpini, via dei Bersaglieri, via degli Artiglieri, via della Vittoria, via 18 Giugno – la data in cui fu arrestata, proprio qui, l’ultima grande offensiva austroungarica del 1918.
Il cumulo di memorie, battaglie e sofferenze, insieme con l’orgoglio per l’indipendenza – riconquistata e difesa dal dominio austroungarico – ha il monumento cardine nel Tempio Regina Pacis. Edificato dalla fine degli anni Sessanta del ‘900, accanto al luogo dove dopo la Grande Guerra con modalità razionaliste era stata eretta una cappella-memoriale poi smantellata, da tempo mostra criticità di carattere strutturale. Tuttavia, dal 1990 la principale aula liturgica della parrocchia di Giavera del Montello ha trovato posto proprio al piano terra del Tempio, perché la chiesa storica, alle pendici del colle, è relativamente lontana dal centro attuale della città. Giavera è sorta sul declivio boscoso, e solo dal primo dopoguerra si è estesa nella zona pianeggiante, dove è cresciuta nei decenni passati.
Le condizioni strutturali del Tempio, peggiorate nel corso degli anni, hanno portato nel 2020 alla decisione di demolirlo. E già dall’ottobre del 2019 sono cominciate le attività finalizzate a coinvolgere la comunità in un ampio dialogo volto a preparare il concorso per realizzare il nuovo centro parrocchiale, che sarà edificato sul sito oggi occupato dal Tempio. Il concorso è stato promosso d’intesa tra la Diocesi e l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana.
La nuova chiesa conserverà il nome del Tempio, Regina della Pace, e non dovrà dotarsi di un nuovo campanile poiché quello esistente accanto alla chiesa di San Giacomo Apostolo e San Cristoforo resterà come memoria storica e elemento identitario.
La preparazione e il concorso
Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 è stato definito un Percorso di Partecipazione con la Comunità ed è stato coinvolto quale coordinatore l’architetto Alessandro Bellini, formatosi nell’ambito dei CLI Lab (i laboratori dei Convegni Liturgici Internazionali promossi dall’Ufficio BBCC della CEI presso il monastero di Bose negli anni 2017-2018). Tale percorso ha visto la partecipazione del Parroco, don Narciso Bernardis, dell’incaricato diocesano per l’Edilizia di culto, Mons. Mauro Motterlini e del Responsabile del procedimento, Ing. Diego Malosso i quali hanno provveduto a raccogliere nel Documento Preliminare alla Progettazione (DPP) le indicazioni emerse nel corso dell’iter preparativo.
Pur con le difficoltà intervenute a seguito del diffondersi della pandemia del Covid, sin dai primi mesi del 2020 la Comunità parrocchiale è stata sensibilizzata con una serie di incontri che hanno consentito a tutti, dai bambini ai giovani agli anziani, di conoscere meglio la storia dei luoghi di culto presenti sul territorio, di ripensare alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, di studiare le ragioni delle presenze artistiche nelle chiese.
Dopo diversi mesi in cui l’attività è stata indirizzata alla rivisitazione delle presenze storiche sul territorio e alla formazione all’arte, all’architettura e alla liturgia, le opinioni e le aspettative dei fedeli sono state raccolte in appositi questionari nel corso di diversi incontri.
Alcune delle opere d’arte presenti nell’aula liturgica del Tempio sono state ritenute molto importanti per il valore affettivo che hanno per la Comunità e saranno riutilizzate. Tra queste, i grandi pannelli con le pitture del Credo e della Via Crucis nonché la tavola del Crocifisso, opere dell’artista Angelo Fassina: si richiede che i primi due siano conservati in luogo idoneo ma fuori dalla nuova aula liturgica mentre il secondo sarà ricollocato nei locali del ministero pastorale. Inoltre, è stato deciso che la statua della Madonna Miracolosa, opera lignea di Vincenzo Demetz, sia posta entro la nuova chiesa. Non per ultima, rientra tra i desiderata della comunità parrocchiale la rappresentazione della Gerusalemme Celeste nel fondale presbiterale della nuova aula liturgica.
Nel corso della preparazione del concorso si è dipanato un fruttuoso dialogo con le autorità civili e in particolare col Sindaco, Maurizio Cavallini: la realizzazione del nuovo centro parrocchiale porge il destro per ripensare nel suo insieme a tutto l’assetto del centro urbano.
Il sito
Il Tempio prospetta sul grande piazzale di pertinenza della parrocchia, oggi in parte usato quale parcheggio. Nel porticato alla sua base si allineano le lapidi marmoree alla memoria dei Caduti, ai quali è dedicato anche un obelisco che, coronato dalla stella a cinque punte, sorge sul lato sud del piazzale antistante il tempio, lungo la via Schiavonesca. Quest’ultima è il principale asse viario della città. Meno trafficata è la via Monsignore Longhin, che costeggia sul lato est il terreno della Parrocchia, separandolo da Piazza Donatori del Sangue sulla quale prospetta l’edificio del Municipio.
Data la sua collocazione, il nuovo complesso permetterà di ridisegnare e dare ordine al tessuto urbano, valorizzando quel rapporto di prossimità tra la sede dell’Amministrazione civile e il luogo della Chiesa ch’è tipico delle città storiche italiane. Per cui nel DPP si richiedeva che i progetti del concorso risolvessero assieme due problemi: il primo relativo al centro parrocchiale da costruirsi (una chiesa, una casa canonica e i locali del ministero pastorale), il secondo relativo al ridisegno dell’assetto urbano circostante. Ovviamente della realizzazione del centro parrocchiale si occuperanno la Parrocchia e la Diocesi con la partecipazione e il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana. Invece la risistemazione urbana sarà proposta all’autorità civile in base alla prospettiva che, grazie all’accordo tra Parrocchia e Amministrazione cittadina, la parte di via Monsignor Longhin che separa il terreno parrocchiale dalla piazza comunale sia resa pedonale. In questo modo si amplierà il terreno che attornia la nuova chiesa e, in cambio, la porzione meridionale del piazzale parrocchiale diverrà piazza pubblica, contigua a quella municipale ch’è intitolata ai Donatori del Sangue.
Di proprietà parrocchiale è anche la porzione di terreno a nord dell’ubicazione del Tempio attuale: in prevalenza usato come campo sportivo, vi si trova anche un edificio attualmente adibito a casa canonica e oratorio. Tale edificio resterà e troverà una nuova destinazione d’uso, in risposta alle molteplici attività svolte in ambito parrocchiale.
Le fasi del concorso
Sin dalla fine del 2019 si sono svolti incontri tra i Responsabili della Parrocchia e le Autorità civili che hanno comportato anche diversi sopralluoghi nel sito destinato al nuovo centro parrocchiale così come anche agli altri luoghi rilevanti del territorio comunale. Tali incontri sono stati ripetuti e ampliati nelle settimane e mesi successivi per coinvolgervi sia i rappresentanti degli organismi che operano nella Parrocchia (Consiglio pastorale, Consiglio affari economici, Caritas, ecc.), sia i Responsabili dell’Ufficio nazionale BB.CC.EE. della CEI.
Nel giugno del 2020 il percorso strutturato in vista della realizzazione del nuovo cento parrocchiale è stato presentato alla Comunità, dando avvio agli incontri formativi cui hanno fornito il loro contributo anche alcuni specialisti di liturgia e arte sacra: don Luigi Girardi, Don Paolo Barbisan, il Prof. Matteo Galbiati.
S.E. Mons Michele Tomasi, vescovo della Diocesi di Treviso, ha preso parte alle ultime fasi di tale iter e ne ha tratte le conclusioni in un incontro con la Comunità il 25 luglio 2020, giorno della festa di San Giacomo, il patrono della Parrocchia.
Alla fine dell’anno sono stati pubblicati il DPP e l’avviso della manifestazione di interesse per invitare i gruppi di progettazione interessati a candidarsi.
Entro la data stabilita (10 febbraio 2023) si sono presentati 95 gruppi, provenienti da tutta Italia e alcuni anche dall’estero. Una Giuria apposita ne ha selezionati sedici: quelli coordinati da: Arch. Stefano Boeri (della Lombardia), Arch. Marco Contini (Emilia Romagna), Arch. Luca Gazzaniga (Svizzera), Ing. Michele Grazzini (Lazio), Arch. Mario Lamber (Emilia Romagna), Arch. Francesca Leto (Veneto), Arch. Gaetano Manganello (Sicilia), Arch. Edoardo Milesi (Lombardia), Arch. Silvia Negroni (Lazio), Arch. Roberto Paoli (Trentino Alto Adige), Arch. Curzio Pentimalli (Veneto), Arch. Stefano Pujatti (Piemonte), Arch. Luca Sandri (Emilia Romagna), Arch. Simone Sfriso (Veneto), Ing. Andrea Tellini (Toscana), Arch. Elisa Valero Ramos (Spagna).
Di questi, solo 12 hanno fornito proposte progettuali che sono state esaminate dalla Giuria.
Convocata nei giorni 26 e 27 luglio 2023, la Giuria è stata presieduta dal Vescovo, S.E. Mons. Michele Tomasi. I suoi componenti sono stati: Mons. Mauro Motterlini (Vicario generale, esperto tecnico diocesano), Don Alessandro Bellezza (esperto dell’Ufficio liturgico diocesano), Arch. Annalisa Durignon (esperto di architettura della Commissione diocesana di Arte Sacra), Don Tarciso Bernardis (Parroco della parrocchia di Giavera Montello), Don Paolo Barbisan (rappresentante della Consulta regionale BCE del Triveneto), Don Luca Franceschini (Direttore dell’Ufficio Nazionale BCE della CEI), Don Alberto Giardina (Direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI), Arch. Giuseppe Giccone (esperto di architettura), Prof. Gianmario Guidarelli (esperto di architettura esterno al territorio diocesano), Ing. Roberto Crema (esperto di ingegneria), Dott. Andrea Nante (esperto di arte contemporanea), Geom. Maurizio Cavallin (Sindaco, rappresentante dell’Amministrazione comunale).
Dopo un attento e sistematico esame dei progetti ammessi, la Giuria ha assegnato la vittoria al progetto presentato dal gruppo coordinato dall’Ing. Andrea Tellini e composto anche da: Arch. Elena Di Taranto, esperto in Liturgia don Luciano Marotta, Artista Charles Marie des Courtils del Centro Ave Arte, collaboratrici Arch. Chiara Signorino e Arch. Sofia Nembrini. Questa la motivazione: “Inserimento ordinato nel contesto urbano; area verde di connessione con la via Schiavonesca; posizione armonica degli ambienti; buona organizzazione dei percorsi; riconoscibilità architettonica; abitabilità dello spazio liturgico; una casa per la comunità; delicatezza Morfologica e preziosità del programma iconografico; equilibrio tra lo spazio architettonico e le opere d’arte; originale rilettura del tema della Gerusalemme Celeste e inserimento nello spazio; impianto liturgico che valorizza la partecipazione dell’assemblea”.
È stata assegnata inoltre una menzione al progetto sviluppato dal gruppo di lavoro coordinato dall'Ing. Michele Grazzini e composto anche da: Ing. Andrea Tonazzini, Arch. Giorgia Colombo, Arch. Enrico Bascherini, esperto in Liturgia Giuseppe Piccinno, Artista Gianlorenzo Gasperini, collaboratore Arch. Guido Bascherini. Questa la motivazione: “Tentativo originale e coerente di risolvere la relazione tra il nuovo complesso parrocchiale e la chiesa storica; utilizzo della luce come coerente elemento di progettazione”.
Il progetto vincitore
Il progetto del gruppo coordinato dall’Ing. Andrea Tellini può essere considerato la plastica illustrazione delle indicazioni contenute nel DPP. Il suo approccio compositivo rivela la ricerca di soluzioni che, senza indulgere in esercizi di carattere formale, sono atte a rispondere alle tematiche liturgiche e urbanistiche considerate nel loro insieme e affrontate in modo armonico e coerente.
Cominciando la descrizione del progetto a partire dalla situazione urbanistica, la relazione di accompagnamento presentata dal gruppo spiega come siano due le direttrici principali che orientano la giacitura degli edifici esistenti: l’una disposta sull’asse sud, sudest - nord, nordovest cioè perpendicolare alla via Schiavonesca verso la quale guardano il Municipio e gli ambienti del Tempio oggi usati dalla parrocchia; l’altra definita dal tessuto residenziale a nord e dagli edifici commerciali a ovest del lotto.
Il progetto “ha scelto di rafforzare la prima di queste direttrici allineando al Municipio le nuove costruzioni e creando uno spazio urbano circondato dal verde che si estende accanto alla via Schiavonesca, inglobando anche una parte della piazza Donatori del Sangue [antistante al Municipio]: è la piazza del mercato, delle feste patronali e della vita di ogni giorno, scandita nel disegno da quadrati” intesi come richiamo al progetto della nuova chiesa.
La porzione dell’attuale via Monsignore Longhin che si trova tra il lotto di pertinenza parrocchiale e la piazza del Municipio viene pedonalizzata.
La direttrice principale sulla quale si orienta il centro parrocchiale idealmente e visivamente lo ricongiunge alla chiesa storica di San Giacomo e San Cristoforo
L’obelisco memoriale dei Caduti viene spostato al centro della nuova piazza rettangolare così da trovarsi in coincidenza con la nuova rotonda stradale che, recando al suo centro un ulivo quale simbolo di pace, trasforma l’attuale piazza Gabriele Martini in modo tale da ricollegare la parte sud dell’abitato con la sua porzione a nord, che attualmente risultano separate. Tutti questi nuovi percorsi e snodi stradali e pedonali sono segnati da alberi che ne sottolineano le direttrici e ne contornano i perimetri.
La parte più importante del progetto, di pertinenza esclusiva della Parrocchia, riguarda propriamente la definizione del nuovo centro parrocchiale nelle sue varie articolazioni: la chiesa, la piazza antistante, il sagrato, la canonica e il salone parrocchiale così come il parcheggio che si troverà alle spalle della chiesa e a sua volta sarà segnato da filari arborei. Il tutto è risolto con un disegno di estrema essenzialità e linearità, impostato su direttrici ortogonali i cui intrecci e sovrapposizioni definiscono con chiarezza la gerarchia dei luoghi mentre ne articolano la prossimità in modo tale da favorire i rapporti tra i diversi ambiti.
Il parallelepipedo elevato sopra il nuovo complesso è rivestito in ceramiche policrome e tessere dorate che lo fanno brillare alla luce del sole ben distinguendolo da tutto quanto lo attornia. Come un grande tamburo quadrangolare sovrasta l’aula liturgica e all’esterno ne indica la presenza quale cuore del centro parrocchiale.
Il portale della chiesa è inquadrato da una poderosa cornice in evidenza e segnato dai battenti dotati di figurazioni artistiche; il sagrato è delimitato da panchine sui due lati e i camminamenti lastricati che vi conducono sono affiancati da porzioni di prato: sul lato sinistro della chiesa si apre un cortile alberato unito visivamente da una vetrata all’interno dell’aula celebrativa; sul lato opposto a questa il cortile dà adito alle aule parrocchiali e alla canonica; alla sinistra del sagrato è disposto il salone parrocchiale preceduto da un ampio porticato.
All’interno della chiesa l’altare, posto verso il lato settentrionale, riceve la luce che filtra attraverso una grande vetrata che campeggia sul lato sud del volume sopraelevato. La sede del presidente si trova alla sinistra dell’asse principale e fronteggia l’ambone, al di là del quale è ubicato il tabernacolo in un ampliamento laterale del fianco destro della chiesa che, dotato di accesso proprio, diviene cappella eucaristica.
Il battistero è posto alla destra dell’ingresso principale e alla sinistra sono ubicati gli ambiti della sagrestia e il luogo della riconciliazione. Sulla parete di questo che guarda verso l’altare è posta la statua della Madonna Miracolosa.
Direttrici ortogonali uniscono tra loro i diversi luoghi liturgici disegnando percorsi che attraversano tutto lo spazio della chiesa.
Le vetrate sono formate da cristalli stratificati con interposto tessuto metallico dorato, così da attenuare la luminosità e la visibilità da e verso l’esterno, restituendo al contempo un ambiente caldo e raccolto.
Le semplici partizioni a base rettangolare su cui si articola il complesso disegnano un sistema di separazioni e distinzioni, incastri, collegamenti, passaggi che danno unitarietà all’insieme e ne demarcano le parti. Il tutto effonde una pacata chiarezza che si ricapitola nell’atmosfera celestiale da cui è pervaso l’interno della chiesa.
I volumi del complesso parrocchiale si posano con serena quiete nel panorama urbano e, senza nulla stravolgere, gli donano coerenza e splendore, una nuova dignità che reca inciso il nome di una pace ritrovata nella disposizione stessa dei luoghi, nelle loro proporzioni e nel chiarore delle loro superfici.
Il progetto segnalato
Il progetto segnalato con “menzione”, coordinato dall’Ing. Michele Grazzini, presenta una chiesa dal volume imponente che guarda con la facciata principale verso il colle, stabilendo così una diretta relazione visiva con la chiesa storica.
La grande abside è rivolta verso la via Schiavonesca, quasi a proteggere la chiesa dalla principale arteria veicolare della città. Il sagrato si apre verso nord, lungi dalla piazza civica del Municipio. Il progetto prevede che quest’ultima sia trattata a verde con alberature ma che lo spiazzo tra la chiesa e il palazzo municipale sia lastricato. In questo modo si genera bensì continuità spaziale tra il luogo della chiesa e quello del Municipio, ma si sottolinea la netta distinzione tra i due edifici, tanto più rimarcata dal loro diverso orientamento.
Il prospetto principale della chiesa è caratterizzato dai due volumi che emergono ai lati: un disegno che sul piano visivo esalta lo sviluppo verticale dell’alto portale di ingesso e sul piano funzionale facilita la circolazione interna dell’aria, favorendo il controllo della temperatura dell’aula.
Dal lato sinistro della chiesa si distacca il più piccolo volume della cappella eucaristica, e sul lato destro della facciata si innesta un braccio conformato a “L” dove si trovano le aule parrocchiali. Questo presenta all’esterno il porticato in cui è ospitato il lungo pannello della Via Crucis. La casa canonica è disposta ortogonalmente a esso. Il salone parrocchiale delimita la piazza della chiesa verso nord allineandosi ai filari alberati del nuovo parcheggio previsto sul lato opposto della via Monsignor Longhin.
L’interno dell’aula è caratterizzato dalla grande abside che abbraccia la pedana dell’altare e dalle aperture disposte sulla copertura dalle quali la luce che spiove all’interno accentua l’articolazione dei luoghi liturgici.
Si tratta di un progetto “introverso”: privilegia il raccoglimento nella piazza antistante alla chiesa, che resta protetta dall’alto volume di questa e dal porticato e dall’edificio del salone parrocchiale, così come anche all’interno dell’aula basilicale, avvolta dalla grande abside e dal sistema delle pareti, opache sui lati ma inondate dalla luce zenitale che ne evidenzia la dimensione verticale.
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Leonardo Servadio