Il contesto
Il Santuario di Oropa, secondo la tradizione, fu fondato nel IV secolo da sant'Eusebio, vescovo di Vercelli, e vi è venerata la statua della Madonna nera. Fu riedificato dall'inizio del XVII secolo a seguito del voto espresso dal Consiglio cittadino biellese per chiedere la protezione della Vergine per la città quando nel 1599 la peste ne stava decimando la popolazione. Sulla facciata della chiesa, eretta al posto dell'antico oratorio e nota come “basilica antica”, si legge ancora l'iscrizione: "Per la pestilenza allontanata da Biella. Nell'anno del Giubileo 1600".
Nella “basilica antica” prese corpo una speciale celebrazione, la solenne incoronazione della statua della Madonna nera, quale gesto simbolico della gratitudine e della devozione popolare, e si svolse la prima volta il 30 agosto del 1620. Più volte ancora negli anni successivi si ripresentò il flagello, ma sempre la cittadinanza si sentì protetta dallo sguardo amorevole di Maria.
Così che si sentì la necessità di rinnovare il gesto di gratitudine, e la celebrazione dell'incoronazione è divenuta tradizione ed è stata ripetuta nei secoli successivi: nel 1720, nel 1820, nel 1920. Intanto il complesso santuariale è stato ampliato con l'apertura di nuove piazze e con la costruzione, cominciata alla fine dell'800, della nuova, imponente basilica.
La cerimonia dell'incoronazione è un'esperienza comunitaria alla quale partecipa tutta la popolazione e viene preparata a lungo e con cura, tanto che l'organizzazione della quinta celebrazione centenaria (30 agosto 2020) è cominciata già nel 2017 con la pubblicazione del documento "Verso il 2020... quale Chiesa incoronerà la Madonna d'Oropa?" in cui l'accento è posto sulla partecipazione e sulla testimonianza dei laici, e sulla loro collaborazione coi ministri ordinati in un'apertura al dialogo più ampio possibile.
Il 24 novembre 2019, nell'inaugurare l'anno mariano oropense incardinato nella quinta celebrazione centenaria, Mons. Roberto Farinella, Vescovo di Biella, ha detto: «È per noi un grande onore invocare la nostra Madre celeste con il titolo di Regina, la stessa Regina dei Santi e degli Angeli che vive gloriosa nel cielo. Sappiamo che Maria non è Regina distante ma è sempre vicina al suo Popolo».
Tra le tante iniziative intraprese al fine di rendere l'altissimo valore della celebrazione centenaria, fondamentale è quella mirata alla realizzazione di due nuove corone che nel momento della solenne celebrazione saranno poste, una sulla statua della Vergine Maria (la cui capigliatura è coperta da un manto) e l'altra sulla statua del Bambino Gesù. L'importanza della preparazione e collocazione delle corone è resa evidente dall'immensa partecipazione popolare. Come riferisce il sito www.santuariodioropa.it "Le elemosine raccolte nel 1620 per far fronte alle spese dell’Incoronazione superarono ogni aspettativa, e vi furono gesti inattesi: donne che offrirono il loro unico gioiello, l’anello nuziale, e una poverella che donò il suo letto, accontentandosi di dormire sulla nuda paglia": un afflato intenso e amorevole che continua anche oggi.
Il concorso
Per garantire che il valore qualitativo delle corone sia adeguato alla tradizione, la Diocesi di Biella, in collaborazione con l'Ente Autonomo Laicale di Culto “Santuario di Oropa”, ha deciso di indire un concorso pubblico e nel febbraio 2019, nell'occasione dell'evento fieristico vicentino Koinè, ha diramato ad Artisti e Accademie di Belle arti la proposta di candidarsi presentando la loro Manifestazione di interesse, corredata da curricula e portfolia, alla Commissione giudicante nominata dalla Diocesi in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana.
Alla fine del mese successivo sono state rese note nove candidature selezionate (Barbetto, Cavalca, Fozzati, Longobardo, Maineri, Mazzotti, Mismas, Poli, Pucci), provenienti un po' da tutta Italia.
È seguito un incontro presso il Santuario che, svoltosi il 4 e 5 maggio 2019, è divenuto un momento di particolare rilevanza, poiché si è trattato non semplicemente di permettere agli artisti di conoscere il luogo, ma propriamente di assorbirne l'atmosfera vivendovi, seppure per poche ore, in forma comunitaria.
Le richieste del Committente
Le richieste della Diocesi agli artisti sono state articolate in diversi elementi quali: elemento liturgico pastorale (... Le corone saranno offerte da un popolo che riconosce un autentico legame di figliolanza. Non sarà lo sfarzo a esprimere l'affetto dei figli, ma la capacità simbolica dell'oggetto...); elemento cristologico-escatologico (...La regalità di Maria ha la radice nella regalità di Cristo... incoronare la Vergine Maria e suo Figlio significa riferire ogni forma di regalità a Gesù Servo che dalla croce, suo torno regale, consegna e dona alla Chiesa e a ogni figlio la Madre...); elemento ecclesiologico-caritativo (...Il gesto di affidamento che le Corone poste sul capo del Bambino e della Vergine evidenziano, sarà quello di una Chiesa chiamata a farsi “corona” della Madre sua...); elemento femminile (...Le corone dovranno rappresentare quel particolare legame che si crea in ogni vita umana tra Madre e Figlio...); elemento popolare (se le corone sono il prodotto di una cultura “alta” non di meno sono l'offerta di un “popolo che si offre alla Madre per sentire che nessuno di noi è orfano, perché ciascuno ha vicino a sé una Madre, Regina insuperabile di tenerezza”...)
La scelta della Giuria
Cinque sono stati gli artisti che hanno presentato un proprio progetto: Salvatore Pucci, con la consulenza di Raffaele Elio Malena; la Scuola di Arte Sacra di Firenze con il direttore Giorgio Fozzati e con Ludovica Severi, Lorenzo Pasquale, Marco Lotti, Senghane Sarr e don Giovanni Zaccaria; Luca Cavalca, con l’iconografa monaca benedettina Silvia (Suor Maria Maura) Caramori; Angelo Maineri; Giuseppe Mazzotti.
La Giuria ha mostrato apprezzamento per la qualità di tutte le opere proposte e ha sottolineato soprattutto l'importanza del processo attraverso il quale queste sono state concepite: il dialogo tra comunità oropense e artisti che ha consentito a questi di profondere «non solo il proprio ingegno... ma soprattutto il loro cuore». Come ha spiegato il Rettore del Santuario, Don Michele Berchi: «La cosa più importante è il cammino, lungo il quale la meta viene costruita passo dopo passo e dove la meta prende significato solo attraverso il cammino. La corona che vogliamo mettere sul capo della Madonna ha significato solo se quella corona saremo noi, con la nostra parte più vera e intima».
Il 22 novembre 2019, nell'occasione della serata di apertura della V Centenaria Incoronazione svoltasi presso il Teatro Sociale di Biella, è stato proclamato il vincitore: l'artista Luca Cavalca, “che porterà ad esecuzione una corona di fili d'oro, richiamando la storica tradizione tessile biellese”.
Il bozzetto vincitore
Nel bozzetto presentato da Luca Cavalca entrambe le corone, quella per la Vergine e quella per Gesù, sono composte da una leggera struttura di filigrana dorata avvolta in una cerchiatura che nella forma richiama quella della Corona Ferrea conservata nel Duomo di Monza. Su tali leggere strutture filigranate compaiono in evidenza brani di diversi testi, vergati con diverse calligrafie dai tratti corposi, tridimensionali, solidi.
Sulla corona per la Vergine vi sono alcune parole tratte dagli scritti lasciati dai fedeli che hanno donato, secondo un'antica consuetudine, i loro abiti al Santuario: le parole sono allineate lungo quattro righe sovrapposte e divise in quattro settori separati da quattro perle bianche.
Sulla corona per il Bambino Gesù compaiono, scritti in varie calligrafie, brani evangelici disposti su tre righe sovrapposte e divisi in tre settori separati da tre croci di diaspro rosso.
In questo modo le stesse scritte calligrafiche, col loro alzarsi e abbassarsi, con le rotondità delle "o", delle "a", delle "g" o di altre lettere, con le cuspidi segnate dalle "l", dalle "t", dalle "M" maiuscole o da altre lettere, compongono un insieme ordinato a sufficienza per ricordare l'alternarsi di punte che presenta la tipica immagine della corona; ma allo stesso tempo l'assemblaggio di diverse calligrafie presenta una figura dalle trame variate e intrecciate in modo tale da rievocare anche la figura dalla corona di spine che fu posta sul capo di Gesù.
Inoltre l'impianto delle corone, essendo composto da un leggero intreccio metallico, richiama l'immagine del tessuto composto da tanti fili tra loro collegati.
Luca Cavalca presenta così il suo progetto: "Ho voluto rappresentare un filo unico che, dalla stoffa del manto all’oro della corona, eleva le nostre preghiere a Dio. Ho pensato che la corona potesse rappresentare l’aspetto universale delle preghiere e delle invocazioni che nel manto invece hanno valore individuale, quasi trasfigurando un filo di stoffa in un filo d’oro che simbolicamente elevi al Padre le preghiere dei figli. Questi scritti sono rielaborati graficamente mantenendo le caratteristiche delle singole grafie che nella loro diversità ci uniscono in un unico coro che chiede a Maria, si affida a Lei, La ringrazia, spera, crede…".
Il tema grafico della filigrana riconduce anche a quello del Manto della Misericordia, che per la cerimonia dell'Incoronazione sarà completato dalle monache dell'Isola di Orta San Giulio cucendo assieme migliaia di pezzi di stoffe ritagliati dalle vesti donate dalle persone più diverse per affidarsi alla Madonna: vi sono camici medici, tute da lavoro, abiti da sposa...
I bozzetti degli altri partecipanti
Il bozzetto di Angelo Maineri propone corone che salgono con andamento a tronco di cono rovesciato composte da raggiere in lastre di argento cesellato e dorato che, a mo' di spighe, sorgono da cerchi di base modanati e ornati da pietre alle quali, nella corona per la Madonna, si aggiungono anche medaglie e motivi a stella su lunghi steli.
Il bozzetto di Giuseppe Mazzotti presenta corone composte ciascuna da un anello dorato su cui si innestano, tagliate in lamelle verticali, figure di volti modellati a mezzaluna. Nella corona della Vergine queste sono disposte su due piani sovrapposti, si rivolgono all'interno e sono sormontate da stelle. Nella corona del Bambino guardano all'esterno e reggono un singolo globo stellato.
Il bozzetto di Salvatore Pucci prevede due corone disegnate in forma di cupole sormontate da due fasce incrociate sopra le quali si elevano due piccole croci ingioiellate. La corona per la Madonna presenta nella parte bassa una serie di archi tempestati da pietre, mentre quella per il Bambino evidenzia alla base una cerchiatura da cui sorge una copertura filigranata.
Il bozzetto elaborato dalla Scuola di Arte Sacra di Firenze sviluppa due corone che salgono aprendosi verso l'alto in una serie di cuspidi impreziosite da gemme. Sulla superficie di quella per la Vergine sono disegnati il panorama del Santuario e il paesaggio montano circostante. La superficie della corona del Bambino presenta invece simboli cristologici ed eucaristici.
Leonardo Servadio