In questi ultimi anni le tematiche relative alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale di interesse religioso stanno assumendo sempre più rilievo all'interno del dibattito pubblico, nazionale e internazionale. Con l'espressione "beni culturali di interesse religioso", introdotta per la prima volta nell'ordinamento italiano dall'art. 12 dell'Accordo di modificazione del Concordato del 1984, si devono ricomprendere, secondo un'accezione ampia, non soltanto i beni culturali appartenenti agli enti ecclesiastici, ma anche tutti quei beni che, indipendentemente da chi ne sia il proprietario, risultano caratterizzati dalla compresenza di due interessi: uno culturale, tutelato dallo Stato, quali "testimonianze materiali aventi valore di civiltà"; l'altro religioso, tutelato dalla Chiesa, quali "documenti della propria tradizione e mezzi di promozione dell'uomo, ordinati al culto e alla carità". Alla luce di questa definizione, oltre il 70% del patrimonio culturale italiano può dirsi ricompreso nell'espressione "beni culturali di interesse religioso", percentuale nella quale si devono annoverare, tra l'altro, circa 85.000 chiese delle 100.000 stimate esistenti in Italia e oggetto di un censimento, tuttora in corso. Si comprende, dunque, perché la questione del riuso degli edifici di culto, oggetto di un convegno internazionale promosso a Roma dal
Pontificio Consiglio della Cultura, il 29-30 novembre 2018, sta assumendo vieppiù importanza, persino in un paese tradizionalmente a maggioranza cattolica, come l'Italia.
A causa della crescente secolarizzazione, della diminuzione del numero dei sacerdoti e degli spostamenti della popolazione dai territori rurali verso le città, si può concretamente ipotizzare che, nell'arco di qualche decennio, una consistente parte del patrimonio chiesastico italiano risulterà sovrabbondante rispetto alle esigenze di culto e bisognevole di una nuova destinazione, che non sia l'incuria e l'abbandono. Trattasi di una sfida che interessa parimenti gli organi dello Stato e della Chiesa ma che potrà, se correttamente affrontata, secondo un approccio multidisciplinare e innovativo, costituire un volano per lo
sviluppo culturale, sociale ed economico dei nostri territori. Per questo motivo, il Dottorato di Ricerca in "Diritti e Istituzioni" dell'Università degli Studi di Torino, in collaborazione con il Dottorato in "Scienze Archeologiche, Storiche e Storico-Artistiche" della medesima Università e con il Dottorato in "Beni Architettonici e Paesaggistici" del Politecnico di Torino, ha organizzato due giornate di studio, intitolate "Patrimonio culturale di interesse religioso e riuso degli edifici di culto: una prospettiva multidisciplinare".
Le due lezioni, promosse e coordinate dalla Prof.ssa Ilaria Zuanazzi, Professore Ordinario di Diritto Ecclesiastico e Canonico presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino, si muovono dalla consapevolezza che soltanto un costante e sempre arricchente confronto tra soggetti dotati di competenze disciplinari diverse potrà fornire nuovi spunti di riflessione al dibattito scientifico in corso e tentare di affrontare in modo sistematico tematiche così complesse e sfaccettate, quali quelle relative al patrimonio culturale di interesse religioso, ricche di ricadute pratiche per l'intera società civile.
Dopo il grande successo della prima giornata, tenutasi giovedì 23 gennaio 2020 e dedicata a "La tutela dei beni culturali ecclesiastici", la seconda ed ultima lezione, dal titolo "Il riuso delle chiese cattoliche", si svolgerà martedì 25 febbraio 2020 dalle ore 9 alle ore 13 presso la Sala Lauree Blu Grande del Campus Luigi
Einaudi, sede del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Torino, in Lungo Dora Siena 100/A.
Il convegno vedrà le relazioni di rappresentanti delle istituzioni ecclesiastiche (Don Valerio Pennasso, Direttore dell'Ufficio Nazionale della CEI per i Beni Culturali Ecclesiastici e l'Edilizia di Culto, e Arch. Adriano Sozza, Direttore dell'Ufficio Arte e Beni Culturali della Diocesi di Torino) e di docenti universitari di discipline architettoniche (Prof. Andrea Longhi e Prof.ssa Sara Marini) e giuridiche (Prof.ssa Micol Roversi Monaco), nonché interventi di giovani dottori di ricerca, dottorandi e studiosi nelle discipline architettoniche (Arch. Ph.D. Flavia Radice e Dott.ssa Elena Contarin) e giuridiche (Dott. Davide Dimodugno).
La tematica della dimissione e del riuso degli edifici di culto sarà esaminata in una prospettiva pratica, mediante l'analisi di ricerche da poco concluse o ancora in corso, condotte da architetti e da giuristi, che si sono concentrati sull'approfondimento di casi concreti nelle città di Venezia e Lucca e nella Diocesi di Torino.
Al termine degli interventi, ci sarà spazio per le domande tra i relatori e con il pubblico e per le conclusioni.
L'evento è stato accreditato dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino con 3 crediti di diritto civile ai fini della formazione continua degli Avvocati che si possono già iscrivere tramite la piattaforma RICONOSCO. Saranno accettate eventuali iscrizioni "fuori elenco" la mattina stessa, prima dell'inizio dei lavori. Per tutti gli altri, l'ingresso è libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili in sala.
Per ulteriori informazioni, è possibile contattare la Segreteria Scientifica, nella persona del Dott. Davide Dimodugno, all'indirizzo di posta elettronica: davide.dimodugno@unito.it
Messaggio importante! A causa dell'emergenza determinata dal coronavirus che ha portato alla sospensione delle attività didattiche presso tutte le Università del Piemonte, la lezione dottorale, prevista per martedì 25 febbraio 2020, è stata rinviata a data da destinarsi.