UFFICIO NAZIONALE PER I BENI CULTURALI ECCLESIASTICI E L'EDILIZIA DI CULTO
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Giubileo degli Artisti

Roma, 17-18 febbraio 2000
28 Gennaio 2000

Carissimo Artista,
avvicinandosi il Grande Giubileo dell'Anno 2000 sono particolarmente lieto di potermi rivolgere a Lei, che ha saputo ben usare il Suoi talenti nell'arte, per invitarLa 18 febbraio del 2000 ad un momento di preghiera e di riflessione in occasione della Giornata giubilare dedicata agli artisti. La Chiesa fin dall'era delle Catacombe è stata mecenate delle arti, affinché i beni posti al servizio della sua missione risplendessero di bellezza. Tale alleanza va oggi riconfermata, poiché l'umanità deve fiorire in un nuovo umanesimo su cui innestare la "civiltà dell'amore" di ispirazione cristiana. Le arti possono infatti concorrere autorevolmente alla nuova evangelizzazione dal momento che "questo mondo nel quale noi viviamo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione. La bellezza come la verità, mette la gioia nel cuore degli uomini ed è un frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell'ammirazione" (Messaggio agli Artisti del Concilio Ecumenico Vaticano II, 8 dicembre 1965). Attraverso le arti - che danno splendore alle opere dell'uomo - l'annuncio del vangelo, la celebrazione dei divini misteri, la cultura di ispirazione cristiana, le opere di carità, evidenziano al meglio i loro contenuti generando nei popoli stupore e meraviglia. Occorre però che gli artisti ritrovino nel sacro la fonte di ispirazione e nella Chiesa l'occasione per incontrare Dio. Il Giubileo del 2000 è dunque un evento di grazia per mettersi in discussione e per aprirsi a Dio. Alla sua realizzazione sono coinvolti tutti gli "uomini di buona volontà", ed in particolare gli artisti che hanno il dono di svelare gli aspetti più intimi del mondo, dell'uomo e di Dio. In tal senso "il tempo giubilare ci introduce a quel robusto linguaggio che la divina pedagogia della salvezza impiega per sosping ere l'uomo alla conversione ed alla penitenza, principio e via della sua riabilitazione e condizione per recuperare ciò che con le sole forze non potrebbe conseguire: l'amicizia con Dio, la sua grazia, la vita soprannaturale, l'unica in cui possono risolversi le più profonde aspirazioni del cuore umano" (Bolla Incarnationis Mysterium, 29 novembre 1998, n. 2). Anche se in un recente passato la Chiesa ha trovato difficoltà nel confrontarsi con l'arte contemporanea, oggi essa invita gli artisti a riavvicinarsi per riprendere il connaturale ministero di portavoci del divino. Giovanni Paolo II, in occasione del Giubileo, ha ammonito la Chiesa a verificare umilmente il proprio operato in questi due millenni di disseminazione del cristianesimo per fare ammenda degli errori (Tertio Millennio Adveniente, 10 novembre 1994, n. 33). Nel settore delle arti già Paolo VI si rivolse agli artisti ammettendo talune incomprensioni: "Vi abbiamo talvolta messo una cappa di piombo addosso, possiamo dirlo; perdonateci! E poi vi abbiamo abbandonato anche noi. Non vi abbiamo spiegato le nostre cose, non vi abbiamo introdotto nella cella segreta, dove i misteri di Dio fanno balzare il cuore dell'uomo di gioia, di speranza, di letizia, di ebbrezza. Non vi abbiamo avuti allievi, amici, conversatori; perciò voi non ci avete conosciuto. E allora il linguaggio vostro per il mondo è stato docile, sì, ma quasi legato, stentato, incapace di trovare la sua libera voce. E noi abbiamo allora sentito l'insoddisfazione di tale espressione artistica. [?] Vi abbiamo peggio trattati, siamo ricorsi ai surrogati, all'oleografia, all'opera d'arte dai pochi pregi e di poca spesa, anche perché, a nostra discolpa, non avevamo mezzi di compiere cose grandi, cose belle, cose degne di essere ammirate" (PAOLO VI, Allocuzione Incontro con gli artisti nella Cappella Sistina, 7 maggio 1964). Rinnovando tale impegno di reciproco confronto nell'amicizia e nella condivisione la Chiesa fa dunque appello agli art isti di tutte le arti e di tutto il mondo a riunirsi idealmente in Roma nella Basilica di San Pietro, il 18 febbraio del 2000, memoria del mistico pittore Beato Angelico, per celebrare il Grande Giubileo. E un momento di affrancamento spirituale e di impegno ecclesiale per ritrovare il "parametro interiore" della propria arte, onde procedere alla "renovatio Urbis et Orbis", dando alla bellezza delle opere il valore di segno della progressiva ricapitolazione in Cristo di tutte le cose. o invitati a tenere ancora aperta, a riaprire, ad aprire per la prima volta la porta che introduce alla presenza di Dio. Le vie per raggiungere il Signore sono tante quante le singole coscienze e le vie per esprimerlo in forme sensibili sono affidate al genio dei singoli artisti che albergano in ogni generazione. L'arte parla il linguaggio universale della bellezza e il vangelo deve essere predicato a tutte le "genti" testimoniando la carità di Cristo. Arte e religione possono dunque coniugarsi per portare speranza all'umanità attraverso un unico afflato spirituale, dove il sensibile s'incontra con l'inesprimibile divino. "Per trasmettere il messaggio affidatole da Cristo, la Chiesa ha dunque bisogno dell'arte. Essa deve infatti, rendere percepibile e, anzi, per quanto possibile affascinante il mondo dello spirito, dell'invisibile, di Dio. [?] Ora l'arte ha una capacità tutta sua di cogliere l'uno e l'altro aspetto del messaggio traducendolo in colori, forme, suoni che assecondano l'intuizione di chi guarda o ascolta" (Lettera di Giovanni Paolo agli artisti, 4 aprile 1999, n. 12). Ma anche gli artisti possono trovare nell'universo religioso fonte di ispirazione, di liberazione, di catarsi, così da dare più forza al loro genio che "è sempre alla ricerca del senso più recondito delle cose" al fine "di riuscire ad esprimere il mondo dell'ineffabile" (ibid. n. 13). Questo è il senso ecclesiale di un Giubileo degli artisti che può riunire nella preghiera quanti hanno ricevuto e messo a disposizione il talento d ell' arte. Il momento romano sarà all'insegna della semplicità familiare e della condivisione spirituale. Al centro è la celebrazione eucaristica nella Patriarcale Basilica di S. Pietro, dove il silenzio del proprio cuore, avvolto dalle maestose forme michelangiolesche, è sospinto ad incontrare il Signore che viene verso ciascuno di noi. A completamento un Simposio Internazionale sul rapporto tra Chiesa e arte, la visita ad uno speciale Evento Espositivo, alcuni Concerti Musicali (cfr. Allegato). Altri eventi in quei giorni faranno corona a questo momento giubilare che è anzitutto offerto alla meditazione personale di ciascun artista. E infatti il silenzioso pellegrinaggio di ciascuno tra le pietre della memoria e dell'arte cristiana a dare contenuto e "ali di aquila" a chi è chiamato a ridare un volto di bellezza al mondo. L'invito è dunque rivolto a tutti con il disarmante candore evangelico e con l'incoraggiante espressione di stima del Santo Padre: "Auguro a tutti voi, artisti carissimi, di essere raggiunti da queste ispirazioni creative con intensità particolare. La bellezza che trasmetterete alle generazioni di domani sia tale da destare in esse lo stupore! Di fronte alla sacralità della vita e dell'essere umano, di fronte alle meraviglie dell'universo, l'unico atteggiamento adeguato è quello di stupore" (ibid. 16). A tale incoraggiante augurio si unisce il nostro arrivederci, il 18 febbraio a Roma, con il quale ci confermiamo Suo dev.mo

@ FRANCESCO MARCHISANO Arcivescovo Presidente

Rev. prof. CARLO CHENIS SDB Segretario

Scheda di partecipazione nell'allegato

Città del Vaticano, 20 ottobre 1999
836/98/200

ALLEGATI