È un territorio vasto, quello dell'Arcidiocesi di Belluno-Feltre: si estende su 3.263 chilometri quadrati e le sue 158 parrocchie sono disseminate in tanti borghi dispersi tra le valli e i monti, in un ambiente vario e reso discontinuo dalla ricchezza dei rilievi alpini e dei corsi d'acqua. Queste condizioni accentuano il ruolo della cattedrale quale perno attorno al quale ruotano i rapporti sociali: tanto più che, oltre che nella regione, una parte cospicua del popolo è dispersa nel mondo e quasi per il 27 percento è composto da persone iscritte all'AIRE, l'Anagrafe degli Italiani residenti all'estero. Il volume dell'edificio ben rappresenta questa centralità della cattedrale, con l'agile campanile dalle forme barocche che vi svetta accanto e con l’abside bene in vista sul declivio che sale dal fiume Piave.
Nella piazza principale della città, Piazza Duomo, accanto alla cattedrale si raccolgono a corona gli altri edifici importanti e rappresentativi: le sedi della Provincia, del Comune e della Prefettura. Il Documento preliminare alla progettazione (DPP) evidenzia come la cattedrale, che è stata eretta alla dignità di Basilica Minore nell'occasione della visita compiuta nel 1979 da Giovanni Paolo II, il successore del bellunese papa Albino Luciani, sia l'edificio “che più di ogni altro esprime l'identità locale”.
L'assetto del suo spazio liturgico è stato rivisto dopo il Concilio, nel 1966, ma in via provvisoria. Oggi si richiede che sia adeguato in modo permanente e che offra un ambiente accogliente ed eloquente, per le celebrazioni liturgiche, per la preghiera dei fedeli residenti ma anche per il numero crescente di turisti, così che pure chi la avvicina solo per la sua rilevanza storico artistica possa recepire al meglio il calore dell'abbraccio della fede.
La cattedrale e la sua storia
Come riferisce il DPP: “L’attuale assetto della chiesa è dovuto ai lavori iniziati nel XVI sec. sull’edificio preesistente, sulla base di un progetto di Tullio Lombardo”. Venne modificato l’orientamento della precedente cattedrale spostando l’abside dalla parte opposta della navata, verso occidente, per dare spazio alla piazza antistante alla chiesa. Sulla facciata e sui muri perimetrali esterni vennero reimpiegati i manufatti lapidei di epoca medievale.
All’interno la chiesa, divisa in tre navate e presbiterio, presenta l’utilizzo abbondante della pietra rossa locale per le pavimentazioni, i pilastri-colonne e i costoloni della volta a botte. L’altare maggiore è stato arricchito nel 1668 dal dossale. La cattedra, in legno scolpito è stata posta accanto agli stalli dei canonici. Il tabernacolo in marmi policromi è del 1655 ed è posto nella cappella eucaristica sul fondo della navata destra.
Il completamento dell’architettura è avvenuto, nel corso dei secoli XVII XVIII, con la realizzazione degli altari marmorei nelle navate laterali e all’esterno del campanile, opera di Filippo Juvara.
La diocesi, suffraganea del Patriarcato di Venezia, nel suo assetto attuale è stata costituita nel 1986 con l’unione delle sedi di Belluno e Feltre: oggi nella prima città si trova la Cattedrale, intitolata a San Martino, e nella seconda si trovano la Concattedrale e il Museo Diocesano, ricavato nell’antico Vescovado. Il suo territorio, in gran parte montuoso, si estende su 3.263 kmq, è articolato in sei “convergenze foraniali” e conta 158 parrocchie. La popolazione è di circa 180 mila abitanti, con comunità di diverse tradizioni, quale quella dei Ladini.
La Cattedrale è anche sede parrocchiale.
Le ragioni del concorso
L’adeguamento liturgico compiuto nel 1966 ha incluso la rimozione delle balaustre del presbiterio storico per prolungarlo verso la navata con la collocazione di un pedana in legno. Al centro di questa pedana è stato posto un altare in legno e metallo, con l’ambone sul lato destro.
La cattedra storica è stata lasciata sul lato sinistro del catino absidale (per chi guarda dall’assemblea). La nuova cattedra è stata collocata davanti all’altare maggiore storico, posta su quattro scalini.
La sede del presidente non vescovo è una semplice seduta ubicata tra il nuovo altare e la nuova cattedra e viene rimossa quando presiede il vescovo. Tutta l’area presbiterale è stata coperta da una moquette grigia.
L’evidente provvisorietà di tale sistemazione richiede che si provveda a un nuovo assetto informato agli insegnamenti del Vaticano II e dotato dei caratteri della permanenza.
La condizioni e le richieste poste dalla Diocesi
Si richiede la collocazione di un nuovo altare fisso che sia punto di riferimento per tutto lo spazio interno della chiesa. Accanto all’altare si richiede la collocazione di una croce astile il cui basamento deve poter ospitare anche la croce astile seicentesca in argento usata nelle celebrazioni solenni.
Si richiede il progetto di una nuova cattedra, non disposta centralmente per non sovrapporsi agli altri poli liturgici.
Il Vescovo, S. Ecc. Mons. Renato Marangoni ha evidenziato, nelle note da lui redatte in preparazione del concorso, l’importanza dell’interazione tra i diversi poli liturgici pur nell’esaltazione delle loro caratteristiche precipue e nel favorire la partecipazione attiva dei fedeli all’assemblea: "Immagino la cattedra episcopale non in uno spazio assoluto, ma posizionata in modo tale che esprima il duplice rapporto verso la parola proclamata e verso l’assemblea radunata da essa. Ne deriva che l’ambone, la cattedra e lo spazio dove si colloca l’assemblea devono posizionarsi in modo tale che avvenga questo rapporto dialogico".
Nel DPP si richiede di ripensare la sistemazione delle navate laterali al fine di rendere più ariosi tali spazi, poiché in questi nel corso dei secoli si sono aggiunti e sovrapposti molti elementi (altari laterali, confessionali, statue, dipinti dei 12 apostoli). Anche la navata centrale va ripensata: attualmente i banchi sono assai numerosi e consistenti, e il corridoio centrale risulta eccessivamente stretto. Si tratta di trovare il modo di rendere più facilmente transitabile la navata: sia per dare a chi entra un senso visivo di accoglienza, sia per favorire il dialogo diretto tra fedeli e presbiteri durante le celebrazioni, sia per valorizzare i percorsi processionali.
Tra le richieste contenute nel DPP si evidenzia che lo spazio liturgico dovrà consentire di ospitare i 120-140 concelebranti che si radunano durante la Messa crismale e che ora trovano posto non solo nel presbiterio ma anche nelle prime sei file della navata centrale. Si richiede inoltre che si pensi a come sistemare la zona della custodia eucaristica: questa dispone di un leggio ove si espone il lezionario al quale i fedeli seguono le letture del giorno e si tratta di trovare il modo che il leggio resti facilmente accessibile ma senza entrare in contrasto con l’ambone, che dovrà trovare posto in prossimità dell’assemblea.
Infine si richiede che siano valorizzate le presenze storico artistiche in modo tale da favorire l’incontro con i visitatori che giungono anche solo per motivi turistici, ma in modo tale da evitare la musealizzazione del luogo.
Per gli ingressi si richiede il rifacimento delle bussole.
I passi preliminari
Il Vescovo ha costituito un gruppo di lavoro, composto da membri appartenenti al Consiglio pastorale diocesano, al Consiglio presbiterale e al Consiglio diocesano per gli Affari economici. È cominciato così un cammino di discernimento che ha coinvolto prima gli organismi diocesani e quindi le singole parrocchie e i loro Consigli pastorali. L’ampio dibattito aperto è stato condotto anche attraverso il sito internet della Diocesi con una pagina dedicata e attraverso le pagine del Settimanale diocesano. Sono state coinvolte anche le amministrazioni locali, che già si erano mostrate molto sensibili nell’occasione della presentazione, avvenuta nel marzo del 2004, del volume “Nuovi spazi per la nuova liturgia. Le cattedrali del Triveneto”. E coinvolti sono stati anche l’Amministrazione Provinciale di Belluno, l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti di Belluno e l’Assessore all’Urbanistica del Comune. Come nota il DPP “Tutti hanno espresso un parere molto positivo all’intervento di adeguamento liturgico, aspettandosi anche un rinnovamento architettonico-estetico della Cattedrale”. Nell’elaborazione del DPP il gruppo di lavoro nominato dall’Arcivescovo ha dialogato anche con la Soprintendenza territoriale competente.
Il concorso
Il bando di concorso è stato pubblicato nel febbraio 2021. Si richiedeva la partecipazione di gruppi “coordinati esclusivamente da un architetto” e composto da progettisti, artisti e un liturgista. Alla prima fase del concorso si sono iscritti 52 gruppi tra i quali 46 sono stati ritenuti idonei alla partecipazione al concorso.
Entro la scadenza del luglio 2021, 30 gruppi hanno inviato le loro proposte progettuali e tra questi la Giuria ha selezionato cinque gruppi, invitandoli a redigere un progetto con un livello di approfondimento maggiore.
La Giura è stata composta da: Renato Marangoni, vescovo di Belluno-Feltre, presidente; Attilio Zanderigo Jona, presbitero, parroco della Basilica Cattedrale di Belluno; Giuliano Follin, presbitero, direttore dell’ufficio diocesano per la liturgia; Valerio Pennasso, presbitero, direttore dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI; Mario Castellano, presbitero, direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale della CEI; Paolo Barbisan, presbitero, rappresentante della Consulta regionale Beni Culturali Ecclesiastici; arch. Giorgio Della Longa, architetto esperto per il tema a concorso; arch. Laura Soravia, architetto esperto per il tema a concorso; Letizia Lonzi, esperta d’arte.
Il sopralluogo presso la Cattedrale con i cinque gruppi selezionati è stato compiuto il 17 luglio 2021. In tale occasione gli stessi gruppi hanno vissuto una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo e partecipata dalla comunità bellunese.
I progetti elaborati dai cinque gruppi selezionati sono pervenuti in forma anonima entro la scadenza del 25 ottobre 2021.
Il 27 ottobre si è riunita la Giuria (composta, oltre che dal Vescovo, anche da: don Giacomo Mazzorana, rappresentante dell'Ufficio diocesano Beni Culturali Ecclesiastici ed Edilizia di culto; don Attilio Zanderigo Jona, parroco della Cattedrale; don Alex Vascellari, rappresentante della Commissione regionale per la Liturgia; don Valerio Pennasso, direttore dell'Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto della CEI; don Mario Castellano, direttore dell'Ufficio Liturgico Nazionale della CEI; arch. Carla Bartolozzi, esperta per il tema a concorso; arch. Laura Soravia, esperte per il tema a concorso; dott. Cristiano Da Rin Bettina, esperto d'arte; che ha scelto quale progetto vincitore quello presentato dal gruppo coordinato dall’architetto Francesca Leto e composto anche dagli architetti Michele Battistella e Daniele Bertoldo, dal liturgista Gaetano Adolfo Comiati, dagli artisti Mauro Zocchetta e Caterina Gabelli e dal consulente Pietro Canton.
Sono state inoltre assegnate due menzioni: al gruppo coordinato dall’architetto Giorgia Colombo e composto anche dagli architetti Andrea Tonazzini e Michele Grazzini, dal liturgista Gianandrea Di Donna, dagli artisti Gianlorenzo Gasperini e Olmo Francesco Gasperini; e al gruppo coordinato dall’architetto Francesco Polci e composto anche dall’architetto Antonio Salvini, dal liturgista Leonisio Masereka e dall'artista Girolamo Ciulla.
Il progetto vincitore
Il progetto vincitore, proposto dal gruppo coordinato dall’architetto Francesca Leto, si caratterizza per la trasparenza dell’insieme e per il modo in cui tutto lo spazio è elaborato in modo tale che il nuovo altare ne sia il centro gravitazionale, pur ben distinguendosi dall’insieme storico. Il nuovo altare infatti poggia con leggerezza sulla pavimentazione esistente: nuovo, distinto ma non estraneo all’esistente, luminoso grazie all’elaborazione delle sue superfici, evidente nella figura che peraltro non soverchia l’altare storico né gli apparati ornamentali da cui quest’ultimo è contornato.
Simili all’altare, sia nell’elaborazione delle superfici, sia nei piani su cui poggiano (e fungono anche da cornici che li inquadrano), sono la nuova cattedra con la vicina sede del presidente non vescovo, e l’ambone.
Come spiega la relazione di progetto:
“La posizione del nuovo altare a pianta quadrata, rispettando la spazialità del luogo, è sotto il centro della cupola. La ricerca di relazioni geometriche e simboliche - cerchio e quadrato, terra e Cielo - fanno dell’altare il punto di connessione ascensionale-discensionale sul potente asse verticale e punto di connessione sul piano orizzontale tra la navata e l’oltre, rappresentato dall’abside. Il nuovo entra nella preesistenza antica quasi ‘poggiandosi’ senza intaccarla, segnalando la novità attraverso le basi d’appoggio di forma curvilinea.
“I materiali principali di cui sono composti i luoghi liturgici è la pietra di Castellavazzo intarsiata con pietra di Cugnan, presenti in molti elementi della cattedrale.
“La custodia eucaristica prevede alcune sedute differenti per essenza lignea da quelle dell'aula, collocate per favorire la preghiera personale. Il leggio per la Sacra Scrittura, posto alle spalle dell’insieme si offre senza arrecare disturbo a chi sosta in preghiera, evitando anche che la lastra tombale sia calpestata.
“Le bussole sono caratterizzate da un piano sfalsato che permette alla luce di filtrare attraverso un vetro rendendole facilmente individuabili. Le bussole laterali della facciata diventano così endonarteci, spazi rituali veri e propri che attraverso le vetrate viola immergono il fedele in un’esperienza percettiva cromatica e successivamente, una volta che questo è entrato nel confessionale, diviene avvolgente grazie ad una volta a botte. Entrambe le bussole recuperano i vecchi portali della cattedrale inseriti in un sistema vetrato”.
E in merito agli interventi artistici:
“Partendo dalla considerazione che nella Cattedrale non sono presenti motivi decorativi prettamente figurativi, la ricerca iconografica è stata sviluppata a partire dalle classiche forme geometriche utilizzate nelle decorazioni musive, nelle opere cosmatesche, fino ad alcune composizioni astratte di Matisse. Le figure ricorrenti sono quattro, ognuna delle quali, combinata in maniera differente, forma un pattern specifico per ogni oggetto liturgico”.
L’assemblea viene disposta su sedute singole ma tra loro collegabili così da poter formare un sistema di panche: in questo modo, potendosi separare, tali sedute possono essere disposte secondo diversi schemi, consoni a varie funzioni liturgiche
I progetti segnalati
Il progetto presentato dal gruppo coordinato dall’architetto Giorgia Colombo propone altare, ambone e cattedra in pietra chiara e un disegno lineare. L’altare poggia su una base in marmo bianco che tende a evidenziare il suo distaccarsi dalla pavimentazione storica. L’ambone è posto sulla sinistra dell’assemblea in posizione molto avanzata e accanto a questo si dispone la sede del presidente non vescovo, elaborata in legno come le sedute dei concelebranti.
La cattedra è disposta sulla destra dell’assemblea, in prossimità dello spazio ove sono disposte le sedute che fronteggiano la Custodia eucaristica. La croce astile è ubicata di fronte all’altare antico.
Per l’assemblea sono proposte sedute singole, leggere e facilmente spostabili, disposte in modo tale da lasciare un ampio passaggio centrale verso l’altare.
Il progetto presentato dal gruppo coordinato dall’architetto Francesco Polci propone di protendere il presbiterio in avanti verso l’assemblea e di sovrapporvi una nuova pedana che riprende la forma circolare della base della cupola. Al centro di questa è posto l’altare, di forma cubica e composto da lastre di travertino le cui superfici chiare nettamente lo distinguono dal colore dei marmi della nuova pedana.
La cattedra e l’ambone sono elaborati con lo stesso materiale e la stessa coloritura dell’altare, mentre le sedute dei concelebranti e del presidente non vescovo sono dello stesso materiale e della stessa coloritura della pedana (pietra di Castellavazzo). Gli spigoli tra la controfacciata e le pareti laterali sono coperti da pareti lignee che formano due anse nelle quali sono ospitati i confessionali, in continuità con le bussole d’entrata.
Gli altri progetti
Il progetto presentato dal gruppo coordinato dall’architetto Edoardo Cresci propone altare, cattedra e ambone in marmo chiaro dalle semplici forme lineari.
L’ambone è appoggiato sui gradini che mediano il livello del presbiterio rispetto al piano dell’aula mentre la cattedra è posta in prossimità dei gradini che sopraelevano l’altare storico rispetto al piano del presbiterio. Le sedute dei concelebranti, del presidente non vescovo e dell’assemblea sono in legno scuro.
Il progetto presentato dal gruppo coordinato dall’architetto Donatella Forconi propone di sopraelevare l’altare su una pedana in marmo chiaro l'altare dotato sul fronte di figurazioni cristologiche e di disporre al di sopra di questo un ampio ciborio che funga anche da riflettore per esaltarne la presenza sotto la cupola.
La pedana presbiterale viene prolungata verso l’assemblea e su questa nuova porzione si dispongono la cattedra e l’ambone, per fattura e cromia riecheggianti l’altare.
Leonardo Servadio