La pubblicazione di questo volume di normative cade in un momento che per tutta l'Amministrazione dei Beni Culturali è di trasformazione rapida e profonda. Altri soggetti istituzionali sono chiamati a cooperare per la tutela, la gestione, la valorizzazione del Beni Culturali ed anche all'interno del nostro Ministero nuovi equilibri vengono fondati a partire dall'esigenza di uno stretto coordinamento dei diversi ambiti di competenza scientifica ed operativa. Anche le attività di catalogazione fanno riferimento dunque, e già da qualche tempo, ad un quadro operativo e di rapporti istituzionali profondamente mutato. L'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, che per mandato istituzionale definisce ed emana standard metodologici, ha ritenuto opportuno e utile in questo momento mettere a disposizione dei nuovi soggetti che operano nell'ambito della catalogazione il bagaglio di esperienza maturato nel settore della documentazione dal Gabinetto Fotografico dell'ICCD e dalle Soprintendenze con i loro Laboratori Fotografici Questo a partire dalla convinzione profonda che, per usare le parole di Andrea Emiliani, "una buona fotografia è in grado di assicurare durevolmente l'oggetto, il monumento, il paesaggio stesso al tempo. Essa ne fornisce una sorta di carta d'identità che, completata dei dati morfologici, scientifici, bibliografici, seguirà l'oggetto nelle sue vicende anche conservative. Un oggetto non fotografato resta inesorabilmente vietato ai più".
Il taglio di queste normative è volutamente asciutto, esse costituiscono essenzialmente uno strumento di lavoro e contengono in pratica un insieme di indicazioni di carattere tecnico e metodologico volte a garantire la qualità della documentazione fotografica della scheda di catalogo. Riveste però valenza particolare l'approccio organico e unitario ai temi trattati che risulta poi l'indicazione metodologica forte che si ricava dalla Normativa, leggibile attraverso le ripartizioni tematiche operate all'interno del testo. Dal bene mobile al contesto architettonico, dall'edificio al luogo, al partito decorativo, il patrimonio, che è costituito di beni da documentare singolarmente viene considerato costantemente come un insieme complesso ed armonico; i nessi che legano la parte al tutto sono connaturati al bene e alla sua storia. La documentazione fotografica deve dunque descrivere e restituire tali nessi, e se è vero che dalla conoscenza parte ogni altra azione volta alla tutela e alla conservazione, ecco che la lettura oggettiva ed essenziale che il documento fotografico fornisce del bene può divenire il più chiaro, quasi parlante viatico ad operare in accordo, integrando le competenze scientifiche e istituzionali, per quanto di volta in volta la natura del bene da conoscere, tutelare, conservare richiede.
Maria Luisa Polichetti