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Beni culturali

Censire e digitalizzare i Messali manoscritti pretridentini

Indagine

Un importante progetto per censire e digitalizzare – e dunque rendere disponibili ad un vasto pubblico – i Sacramentari e i Messali manoscritti pretridentini di proprietà della Chiesa cattolica, conservati negli archivi, nelle biblioteche, nei musei, nelle parrocchie, nei conventi e nei monasteri italiani. L’iniziativa si chiama “MOL Liturgica Messali” ed è coordinata dall’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto in collaborazione con l’Istituto Centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche del Ministero della Cultura (ICCU).
Il progetto, che si concluderà entro dicembre 2025, affonda le sue radici nel 2017 quando l’Ufficio promosse e prese parte ad un gruppo di lavoro con l’ICCU con l’obiettivo di creare un modello di descrizione dei manoscritti liturgici; se è vero, infatti, che i codici liturgici rappresentano la parte più consistente del patrimonio manoscritto del passato, sono di fatto anche quelli le cui descrizioni restano parziali e poco dettagliate. Fin dal primo momento, le attività si sono avvalse della preziosa collaborazione del professor Giacomo Baroffio – musicologo, studioso di teologia sacramentaria, storia della liturgia, canto gregoriano e bibliologia liturgica, maestro degli studi sulle fonti liturgiche testuali e musicali del medioevo – e hanno portato all’integrazione della base dati Manus Online MOL (base dati nazionale italiana per il censimento dei manoscritti antichi e moderni dell’ICCU) con un tracciato specifico, che risponde alle necessità di questi testi particolari e complessi, eredità preziosa del passato e strumento indispensabile per poterlo meglio comprendere.
L’importanza dei libri liturgici è indubbia: in quelli precedenti al Concilio di Trento (che ha fissato le forme della liturgia romana e dei libri per la celebrazione del culto) si ritrovano elementi che consentono di conoscere la comunità del tempo, anche attraverso le molte varianti, le aggiunte di testi poetici o le omissioni. Il libro liturgico pretridentino fotografa infatti un punto nella linea di sviluppo della storia della liturgia e, al tempo stesso, esprime il contesto culturale nel quale quel punto si colloca. In questo senso, è testimone e crocevia di tempo e spazio, di fede e cultura, di forme del culto e testimonianze scritte che le attestano. Lo studio del Sacramentario e del Messale aiuta allora a delineare meglio l’evoluzione della Chiesa nelle varie regioni e nelle varie epoche, permettendo di riscoprire le radici delle comunità di oggi. Inoltre, i Messali hanno un grande valore culturale ed estetico: possono essere accompagnati da note musicali, da capolettere miniate e miniature narrative.
A dirigere, coordinare e sovrintendere la progettazione e la realizzazione del progetto è un Comitato scientifico-organizzativo, presieduto da don Luca Franceschini, direttore dell’Ufficio CEI e da Simonetta Buttò, direttrice dell’ICCU, che vede coinvolte l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con la prof.ssa Paola Sverzellati e l’Università della Campania Luigi Vanvitelli di Caserta con la prof.ssa Elisabetta Caldelli. Sul territorio, interlocutori fondamentali sono gli istituti culturali ecclesiastici, che custodiscono i libri liturgici e sono in grado di orientarne correttamente la ricerca e l’individuazione, creando le condizioni migliori per la loro descrizione e digitalizzazione.
I dati saranno inseriti in Manus OnLine (MOL) avvalendosi dell’arricchimento della scheda descrittiva per i libri liturgici. Il portale BeWeB dà piena visibilità al progetto, ai suoi promotori e ai suoi protagonisti, fornendo informazioni e aggiornamenti nella pagina dedicata:  https://beweb.chiesacattolica.it/benilibrari/messali/.

 

 

 

04 Gennaio 2024

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