È in prevalenza un luogo di villeggiatura. Sviluppatasi negli anni Ottanta del secolo scorso, Simeri Mare, località del Comune di Simeri Crichi (CZ) nell'Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, ha una popolazione giovane, di oltre 6000 persone tra le quali la pratica religiosa è diffusa. Vi si riconoscono i tratti caratteristici delle urbanizzazioni di epoca postindustriale e le occasioni di lavoro sono offerte soprattutto dai servizi collegati alle vacanze. Qui tutto parla di novità: gli edifici sono in gran parte villette costruite a partire dagli anni '80 e non vi sono emergenze storiche o archeologiche sul litorale; per incontrarne infatti occorre raggiungere i primi rilievi dell'entroterra, dove la rilevanza del Comune in epoca medievale è ricordata da un castello bizantino e dalla Collegiata di Santa Maria d'Itria (sec. XII) le cui mura sono state fortemente danneggiate da eventi sismici avvenuti nel '700 e all'inizio del XX secolo.
La parrocchia di Santa Maria di Acquaviva è stata costituita nel 1986, lo stesso anno nel quale le due diocesi di Catanzaro e Squillace si sono unite nell'arcidiocesi attuale.
La comunità parrocchiale si raccoglie per le celebrazioni in una chiesetta da tempo divenuta troppo piccola per il numero di residenti, che è in crescita. Di qui la necessità di una nuova struttura capace di rispondere alle necessità attuali.
La preparazione e il concorso
Non appena presa la decisione di erigere il nuovo centro parrocchiale, a dialogare con i fedeli sono stati stati chiamati alcuni giovani professionisti del CLI Lab (Laboratorio del Convegno Liturgico Internazionale) che hanno preso in esame la situazione a partire dal Novembre 2017, in incontri svolti presso la Comunità monastica di Bose. Dopo un primo sopralluogo a fine 2017, i delegati del CLI Lab hanno organizzato incontri con la comunità di Simeri Mare nel Febbraio 2018. Tra l'altro è stato predisposto un rilevamento statistico per comprendere i desideri della comunità, compiuto tramite un articolato questionario cui hanno risposto 93 parrocchiani rappresentativi di tutti gli strati sociali della cittadinanza. Da questo sono emerse diverse indicazioni: la necessità a che vi fossero spazi adatti per la catechesi, che vi fosse un cinema-teatro, che il nuovo centro parrocchiale contribuisse a ridisegnare l'insieme urbano donandogli quel luogo di riferimento che attualmente manca. Un luogo, più che un segno, e al riguardo è notevole che nel rispondere al questionario solo quattro persone ritenessero importante la presenza del campanile, ovvero dell'elemento che per solito segnala sin da lungi la presenza della chiesa.
Le specifiche richieste architettoniche sono state, nell'ordine di importanza: che si aprisse una piazza, che si erigesse un porticato, che si disponesse un giardino, che fosse mantenuto l'uliveto esistente sul terreno attorno alla chiesetta oggi in uso.
Seguendo tali indicazioni, è stato compilato il Documento Preliminare alla Progettazione in cui si evidenzia come il nuovo complesso dovrà essere “semplice, essenziale, sobrio e dignitoso” e come la progettazione non dovrà concentrare eccessiva attenzione sull'edificio liturgico. Questo, dedicato a San Bartolomeo da Simeri, sorgerà dove ora sta la chiesetta, che sarà abbattuta.
Le fasi del concorso
Il 15 ottobre 2019 è stato pubblicato l'avviso finalizzato a ricevere le manifestazioni di interesse per partecipare al concorso per il nuovo centro parrocchiale. Entro la scadenza stabilita sono giunte 105 candidature tra le quali, in ragione delle qualificazioni e delle esperienze pregresse, sono stati selezionati 22 gruppi di progettazione, dei quali 20 hanno elaborato una loro proposta: un numero molto elevato, con la presenza di molti giovani e di alcuni stranieri, a dimostrazione del crescente interesse verso questi concorsi.
Il sopralluogo è avvenuto il 17 gennaio 2020, e ha visto anche la partecipazione delle Autorità ecclesiastiche e civili. Infine la Giuria, nominata e convocata dall'arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone, si è riunita il 12 e 13 giugno 2020 e ha deciso di proclamare vincitore il gruppo coordinato dall'ingegnere Massimo Conte (dell'Ordine degli Ingegneri dell'Aquila) e di assegnare anche una menzione al progetto del gruppo coordinato dall'architetto Donatella Forconi (dell'Ordine degli Architetti di Ascoli Piceno).
Il sito
La pianura è ordinata dal succedersi dei filari nei campi e dall'orditura delle strade che si dispongono sul terreno accompagnando le divisioni tra le diverse proprietà e secondo disegni geometrici intesi a trovare armonia con la natura.
Sul lotto su cui sorge la chiesetta attuale si trova uno rado uliveto. Tale lotto è affiancato verso Est da un viale che lo separa dall'abitato, costituito da villette con giardino, e verso Ovest da una serie di tre bassi edifici, destinati a restare. Poco più oltre si trova un centro sportivo con campo di calcio.
Il progetto vincitore
La proposta del gruppo coordinato dall'Ing. Massimo Conte non solo accoglie con puntualità le indicazioni formulate a seguito del dialogo tra i delegati del CLI Lab e la comunità, ma anche indica con stringata chiarezza il percorso attuativo che porterà per fasi a erigere il nuovo complesso parrocchiale e a sostituire l'attuale chiesetta.
Si nota anzitutto che la nuova chiesa non emerge con forza come elemento caratterizzante dell'insieme ma risulta integrata nel complesso, pur risultando quale culmine e meta dei percorsi che lo intessono. In tal modo chiesa e complesso parrocchiale si presentano come un tutt'uno, pur dotato di scansioni e soglie che demarcano la gerarchia dei diversi luoghi.
La “facciata” maggiormente significativa risulta essere l'apertura del porticato che si pone come asse portante dell'insieme e luogo lungo il quale si dispongono tutti i corpi di fabbrica che lo compongono: è questa la porta che segna un graduale passaggio dal mondo profano agli spazi del centro parrocchiale.
Il porticato si sviluppa da nord-nordovest (dov'è ubicato il parcheggio) verso sud-sudest seguendo un percorso leggermente angolato rispetto alla strada che separa il centro parrocchiale dall'abitato. Alla fine del porticato è posto un campanile le cui dimensioni, peraltro cospicue, non risaltano poiché è più basso rispetto alla chiesa, al cui lato di sinistra si accosta.
All'imboccatura il porticato si propone come soglia presentando una copertura più elevata, a mo' di portale, retta sul lato sinistro da un setto verticale che origina, nell'incontro col piano orizzontale, una croce i cui semibracci sono scanalati a mezzo, proprio come lo sono i bracci della croce che attraversa verticalmente il fronte della chiesa alla quale conduce il porticato stesso.
Alla sinistra di tale porticato sono disposti i diversi edifici parrocchiali: a partire dalle aule per il catechismo per finire, vicino alla chiesa, col salone polifunzionale.
Lungo il percorso porticato si incontra, a sinistra, anzitutto uno slargo chiamato “Giardino dei Piccoli” adatto al gioco e prodromo delle aule parrocchiali; più avanti, sulla destra, la “Piazza dei Quattro Evangelisti”, di grandi dimensioni e adatta a ospitare l'assemblea per le celebrazioni all'aperto più numerose alle quali il sagrato non basterebbe; infine, ancora più ampio, il sagrato, sulla sinistra del quale, come continuazione del porticato, si trova un'ampia pensilina. Questa copre l'accesso al centro parrocchiale per chi vi giunge a piedi dall'abitato. Grazie alla composizione dei piani verticali e orizzontali, questo, che è l'accesso principale, si presenta come un vero e proprio portale, segnato sul lato da una croce, anch'essa di fattura identica a quella posta sul fronte della chiesa.
Tale spazio porticato, a sinistra del quale si trova il castello delle campane, costituisce il luogo baricentrico che articola il complesso.
Il fronte della chiesa è segnato orizzontalmente da un'ampia pensilina, e in alto è attraversato verticalmente dalla vetrata contro la quale poggia la croce. Il portone principale, di identica ampiezza della vetrata superiore, si presenta come il basamento di questa. Sulla sinistra del fronte, uno spazio aperto accoglie l'acqua del battistero.
Il volume della chiesa è organizzato con pareti interne svasate e aperture perimetrali che comunicano con la copertura piana, ribassata rispetto alle pareti laterali così da consentire l'afflusso indiretto della luce dall'alto e la circolazione dell'aria per la ventilazione naturale dell'ambiente.
Ma quel che maggiormente risalta all'interno è l'apparato artistico in bronzo scolpito che sovrasta la pedana dell'altare e ricopre la parete di fondo. L'elaborazione delle sue superfici le rende vibranti ed eloquenti nella figura dell'annuncio della resurrezione che traspare sul fondo, mentre più in alto campeggia imponente il crocifisso, che risalta contro una trama incisa e luminescente.
Un'ampia apertura sulla parete di sinistra consente di osservare la custodia eucaristica nella cappella laterale.
La parete di destra è scandita da setti verticali tra i quali, a due a due si allineano le formelle che segnano la Via Crucis. La vetrata che illumina questo lato guarda sul Chiostro degli ulivi, attorno al quale si dispone la casa canonica che risulta in diretta comunicazione con i locali dell'ufficio del parroco e della sacrestia, posti dietro la parete di fondo della chiesa.
Le opere d'arte sono tutte intese come parti eloquenti dell'architettura. E, come il grande apparato che come gli antichi retabli segna il luogo dell'altare, sono elaborate in rame con trattamenti di superficie differenziati così da ricavare varie risonanze tonali nei diversi luoghi liturgici (quali il paliotto d'altare, il fronte dell'ambone, il tabernacolo); sulle pareti della cappella eucaristica sono previste pitture murali.
Il cronoprogramma per l'edificazione del complesso prevede che i locali della casa canonica e quelli dei servizi parrocchiali siano i primi a essere completati; il salone polifunzionale potrà ospitare le celebrazioni liturgiche una volta che sarà stata smantellata la chiesetta attuale e sino a quando non sarà pronta la nuova chiesa prevista dal progetto.
Si tratta di un progetto in cui risalta la semplicità delle linee: vi si nota il rifiuto di una ricerca puramente formale a vantaggio dell'efficacia nella distribuzione degli spazi. Ma proprio da tale efficacia, unita all'opportuna collocazione dei segni caratteristici dei luoghi liturgici e di servizio parrocchiale, nasce la capacità di essere eloquente, coinvolgente, convincente.
Il progetto segnalato con “menzione”
Significativo è che il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Donatella Forconi, cui è stata assegnata la “menzione”, segua una logica distributiva non dissimile da quella del progetto vincitore.
Un asse, in questo caso parallelo al viale, struttura l'insieme a partire dall'area a nord-nordovest col seguito di ambienti di servizio per la parrocchia intervallati da passaggi intermedi, sino a giungere al volume della chiesa, che si presenta dotato di una certa imponenza.
Nell'aula celebrativa l'assemblea è disposta in modo avvolgente rispetto all'altare e il battistero è posto verso il fondo, sulla destra della pedana presbiterale.
Risalta nell'aula la copertura interna i cui spigoli rientranti definiscono la parte mediana in forma di croce: una croce di luce che accarezza dall'alto i fedeli raccolti nel rito.
La cappella precede la chiesa, sulla sinistra di questa e da questa separata da una vetrata attraverso la quale dall'aula principale si può osservare la custodia eucaristica.
Il grande portale e la parete laterale di destra della chiesa, totalmente apribili, consentono di ottenere continuità con lo spazio antistante del sagrato e col parco. Questo permette nei mesi estivi, quando il clima è propizio, che i fedeli, in numero maggiore per la presenza dei villeggianti, possano partecipare alle celebrazioni disponendosi, sia nella chiesa, sia negli spazi aperti attorno a essa.
Simili sistemi di pareti mobili sono previsti anche per l'aula polifunzionale e per gli altri ambienti, che risultano pertanto flessibili e adattabili a diverse esigente, a partire dall'uso provvisorio del salone per le celebrazioni nel periodo che precederà l'edificazione della chiesa. In tutti gli edifici le pareti verso il parco sono trasparenti e mobili, così da generare continuità tra spazi interni e esterni.
Notevole lo studio dei sistemi di diffusione sonora e di illuminazione interna, oltre che di circolazione dell'aria: il volume del campanile è usato come “torre del vento” che richiama l'aria all'interno dell'aula per espellerla in alto, così attivando un moto convettivo che permette di mantenere la qualità del clima interno.
La Via Crucis è disposta all'esterno, sulla destra del percorso che incardina l'insieme e così accompagna i passi di chi seguendo tale cammino si approssima alla chiesa. Un rivolo che riconduce al fonte battesimale unisce le diverse stazioni.
Gli altri progetti partecipanti
Il progetto presentato dal gruppo coordinato dall'architetto Alberto Acocella segue una distribuzione planimetrica simile ai progetti vincitore e segnalato, ma vi si discosta poiché sceglie di disporre la chiesa, staccata dagli altri edifici del complesso parrocchiale, precisamente sull'asse Est-Ovest, evidenziandone il volume che sale imponente, abbracciato da una grande abside di colore chiaro.
Il progetto presentato dall'architetto Emilio Caravatti dispone la chiesa e la canonica verso nord-nordovest e le altre parti del complesso parrocchiale sul lato opposto. L'edificio per il culto risalta soprattutto grazie a due prese di luce che si elevano dalla copertura in posizione diametralmente opposta, a segnare da un lato il tabernacolo e la pedana dell'altare, e dall'altro il battistero.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Tiziano Cellitti coglie la disposizione dei tre corpi di fabbrica esistenti e destinati a restare sul terreno confinante con quello della parrocchia, per orientare la disposizione di tre nuclei contenenti i servizi parrocchiali, l'aula polifunzionale e la chiesa, tutti segnati da un'architettura di taglio fortemente contemporaneo.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Richard England, chiamato “chiesa-giardino”, raccoglie sotto un'unica copertura a botte la chiesa, affiancata da elementi vegetali, un chiostro e le aule parrocchiali. Il salone polifunzionale e la canonica sono disposti in due edifici allineati sullo stesso asse. Un altro luogo per le celebrazioni all'aperto è affiancato alla chiesa.
Il progetto presentato dal gruppo coordinato dall'architetto Francesco Fedele si sviluppa attraverso la congiunzione di volumi di forma parallelepipeda e di volumi arrotondati a mo' di bozzolo. Lineari sono gli edifici dei servizi parrocchiali e dell'aula polifunzionale, ma il corpo della chiesa si eleva all'interno in una copertura avvolgente, come avvolgenti risultano gli spazi della cappella e del presbiterio.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Paola Gatti segue un linguaggio familiare, che rievoca gli edifici rurali ed esalta la prossimità tra il costruito e gli ulivi. Un seguito di tre pareti separa gli edifici parrocchiali dalla strada e i varchi tra di essi indicano la loro appartenenza allo spazio urbano. I tre corpi di fabbrica, gerarchicamente dimensionati, ospitano le diverse funzioni. La chiesa, con tetto a due falde, protende al centro della facciata le campane.
Il progetto coordinato dall'ingegnere Alfredo Ingletti pone quale luogo principale la piazza sagrato sul lato sud-sudest del complesso. Qui si apre la facciata principale della chiesa che protende da una parte il battistero dotato di copertura vetrate, e dall'altra la cappella. La forma della chiesa prende le mosse dalla disposizione semiavvolgente dell'assemblea. Si staglia verticale il campanile accanto alla cappella, mentre gli altri edifici del complesso si dilatano con altezza contenuta.
Il progetto coordinato dall'architetto Francesco Lipari pone una piazza lineare segnata da uno slanciato campanile verso nord-nordovest. La facciata della chiesa, aperta in un abbraccio accogliente, culmina nella copertura a due falde mentre all'interno pareti con andamento sinuoso e la disposizione dell'assemblea esaltano il luogo dell'altare. La cappella e la canonica sono raccordate al corpo della chiesa sul lato sud, dove alcuni spiazzi separano gli altri servizi parrocchiali.
Il progetto coordinato dall'architetto Andrea Maffei prevede una piazza a pianta rettangolare, annunciata da un campanile breve ma ben visibile poiché si erge solitario. Sulla sinistra di questa si dispongono i servizi parrocchiali in un edificio lineare al secondo piano del quale si trova la canonica. Entro la chiesa, la copertura si innalza in un volume triangolare studiato in modo tale da graduare la luce che spiove dall'esterno, esaltando il luogo dell'altare.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Jody Majoli risalta per la scelta di disegnare la facciata principale della chiesa con una serie di setti verticali di dimensioni crescenti che culminano col campanile. Un semplice volume a due falde accoglie l'aula celebrativa e l'abbondanza dell'uso del legno che rende fono- e termoisolanti le pareti, e conferisce all'insieme un senso di ecosostenibilità, completato dalla presenza di coperture verdi sui locali parrocchiali.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Guglielmo Malizia si apre nella piazza disposta sul lato sud, con un campanile a traliccio rivestito in legno di ulivo e una facciata resa eloquente grazie a un rivestimento in pannelli recanti simboli religiosi. All'interno, l'aula celebrativa e la cappella hanno coperture a volte ribassate. L'edificio della chiesa si raccorda all'edificio lineare che, prolungandosi, ospita servizi parrocchiali e casa canonica.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Laura Meloni presenta un corposo campanile che domina la piazza sul lato sud. Questa ha un andamento semicircolare incentrato nell'ingresso alla chiesa, coperto da un ampio portico. Il resto del complesso si svolge a partire da questo corpo tondeggiante, come logica conseguenza. La Via Crucis si dispone su setti verticali esterni che separano ambiti diversi dello spazio aperto.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Simone Orsi presenta sul lato sud del lotto il sagrato, definito verso ovest dall'edificio col salone e le aule parrocchiali e verso nord dalla facciata della chiesa, che si eleva verso un'alta cuspide. La chiesa si sviluppa linearmente verso la parete di fondo che, totalmente trasparente, guarda su un piccolo chiostro alberato oltre il quale sta la cappella feriale. Segue la canonica, anch'essa dotata di chiostrino alberato.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Pietro Carlo Pellegrini propone una chiesa a pianta quadrata, che rivolge la facciata verso la piazza-sagrato sul lato sud del lotto. A destra della chiesa, la cappella, di altezza inferiore, ospita sopra la copertura una serie di ulivi trapiantati dal terreno, così generando continuità visiva ed evidenziando il radicamento dell'edificio nel sito. Più avanti, su due livelli si dispongono i servizi parrocchiali e la canonica.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Giuseppe Pellitteri sceglie di allineare sulle direzioni definite dagli edifici esistenti, i corpi del nuovo complesso parrocchiale. Così, a partire da sud, un corpo lineare ospita le aule parrocchiali e tra questo e l'edificio della chiesa si apre la piazza-sagrato. La facciata della chiesa si rivolge all'abitato e presenta un grande, alto portale tagliato a croce. Il battistero si dispone a sinistra della chiesa e dall'altro lato stanno gli altri edifici parrocchiali.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Claudio Rocca dispone la piazza-sagrato verso sud e gli edifici del complesso in prossimità di quelli esistenti, lasciando gli spazi aperti verso l'abitato. Il primo, importante edificio è quello della chiesa, la cui facciata è caratterizzata da una grande vetrata disegnata con ardita geometria a cuspide accompagnata da scarti di superficie. All'interno, un lucernario circolare sull'altare genera una raggiera che attraversa tutta la copertura.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Cristinziano Scutti disegna, sul lato sud del lotto, una chiesa che fronteggia la piazza sagrato con un'articolata architettura composta da sovrapposizioni e rotazione di piani, così presentandosi complessa e articolata pur se l'aula celebrativa ha un semplice andamento lineare. All'interno un accurato studio dei tagli di luce assicura l'adeguata rilevanza dei diversi luoghi liturgici.
Il progetto del gruppo coordinato dall'architetto Domenico Tripodi compone gli allineamenti con gli edifici esistenti insieme con quello lungo la strada principale del sito. La chiesa, caratterizzata da un importante portale svasato in forma di abbraccio, si apre sulla piazza-sagrato intesa quale luogo di incontro con la città. E sulla destra di questa un edificio porticato ospita i servizi parrocchiali. All'interno, una grande abside riproduce l'andamento concavo della facciata.
Leonardo Servadio